Il Palazzo Carafa, ben noto come Palazzo Vigna della Corte, rappresenta un elemento di notevole pregio nell’architettura locale, nonché punto cardine nella storia e nella collettività di un paese di antiche origini: Castel San Lorenzo (Salerno).
Questo piccolo comune di circa 2300 abitanti sorge sulle pendici di una collina affacciata sulla Valle del Calore ed immersa nel parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. La costruzione ed in seguito l’evoluzione storica del Palazzo si lega inevitabilmente alla storia della famiglia Carafa, nella fattispecie ai Carafa principi di Castel San Lorenzo. Essi fecero costruire questo edificio agli inizi del 700, nonostante la presenza già di un castello sulla sommità del paese; infatti il Palazzo Vigna della Corte si differisce dai castelli medievali, in quanto la sua configurazione predilige una forma in pianta quadrata con quattro torri circolari agli angoli. Esso si colloca ai piedi del centro storico su una collinetta scoscesa che affaccia sulla Valle del Calore. Il Palazzo nacque inizialmente come un villa di campagna, era inserito all’interno di una masseria detta Vigna della Corte, circondato da giardini, orti, frutteti, uliveti e vigneti e proprio da quest’ultima coltura, ne prese il nome sia la località che l’edificio; da villa di campagna, nel corso del tempo, i Carafa la trasformarono in una vera e proprio villa residenziale. I suoi saloni, infatti ospitavano la più ricca per numero e pregio Pinacoteca della provincia di Salerno, di cui ancora oggi ne rimane qualche esemplare.
La famiglia Carafa non dimostrò la sua nobiltà solo in considerazione dei feudi e del potere posseduto, bensì anche e soprattutto nella divulgazione dell’arte, della letteratura e della musica, furono per questo anche grandi artisti e mecenati ed amavano ricevere ed organizzare salotti culturali proprio all’interno di questi saloni.
La struttura si compone di tre livelli, uno seminterrato e due fuori terra; un lungo viale (che
in passato era ricoperto da un folto pergolato), il cui ingresso è direttamente collegato alla strada principale, conduce al portale centrale della facciata, perfettamente simmetrica, ed ai due laterali. Vi si può inoltre leggere una decorazione a stucco in stile Barocco che riproduce un disegno a bugnato che ingloba anche le pareti circolari delle torrette ad angolo. Il secondo livello è caratterizzato da otto lesene in stucco che poggiano direttamente su una fascia marcapiano, da quattro finestre ed un balcone centrale. La facciata posteriore, che dà sul pendio, vede la presenza di più balconi al piano terra e di un’ampia terrazza al piano primo. Varcato il portone di ingresso, si presenta un grande atrio la cui copertura piana presenta una decorazione ovale in stucco ed una modanatura raffigurante delle pigne di uva che richiamano la toponomastica del luogo. Dall’atrio è possibile accedere alla corte centrale da cui si sviluppano due rampe di
scale, che portano alle stanze del primo piano, oltre che due rampe laterali che invece conducono al piano seminterrato. Quest’ultimo era adibito non solo come frantoio, ma anche come cantina e deposito di attrezzi agricoli utilizzati nel terreno circostante, molti dei quali sono ancora oggi conservati. Il piano terra vede la presenza di numerosi ambienti a cui è possibile accedere da tre ingressi; tali ambienti si susseguivano gli uni con gli altri secondo lo schema settecentesco definito enfilade. L’ala sinistra del piano terra era adibita a Pinacoteca, in cui la famiglia Carafa esponeva le proprie tele, mentre l’ala di destra era destinata presumibilmente ad ambienti di servizio; le due parti differiscono anche per la tipologia di pavimentazione utilizzata poiché gli ambienti di rappresentanza sono caratterizzati da piastrelle in ceramica di Vietri la cui decorazione varia da stanza in stanza, mentre gli ambienti di servizio presentano piastrelle in cotto meno pregiate, ma più antiche delle altre.