Il “napoletano Palazzo di Venezia” fu donato da re Ladislao I di Napoli alla Serenissima Repubblica di Venezia intorno al 1412 con lo scopo di essere utilizzato come abitazione per i consoli generali a Napoli. Il palazzo visse il momento di splendore tra il XV secolo e il XVI secolo, fin quando, a metà del Cinquecento, cadde in completa rovina. Dopo varie vicende, nel 1816 il palazzo fu ceduto da parte dell'Impero austriaco al giurista Gaspare Capone, che provvide ad un ennesimo rifacimento, al fine di adeguare la struttura alle tendenze artistiche neoclassiche dell'epoca. Di notevole interesse è il cortile, preceduto da un atrio a volta ribassata sulla quale è dipinto lo stemma.
Sulla sinistra c'è una scala aperta articolata su tre archi che conduce agli appartamenti e di particolare interesse è il giardino pensile con la casetta pompeiana e la "grotta della Madonnina".