Palazzo Trifiletti si trova a cavallo degli antichi fossati che delimitavano il borgo medievale, riempiti dai detriti causati dal terremoto del 1731. Venne costruito dalla famiglia Giovene, casato di origine partenopea, forse nella seconda metà del XVIII secolo(la storia del palazzo deve ancora essere documentatamente ricostruita). Il palazzo è considerato un gioiello architettonico della città, si presenta di forma rettangolare, con una corte interna sulla quale si affacciano i vari appartamenti. L’ingresso principale si apre su corso Garibaldi, costituito da un portale ad arco a tutto sesto , con una cornice circolare in pietra, immette nell'androne che si presenta con copertura a botte unghiata al cui centro è dipinto lo stemma della famiglia Giovene. Nell'androne, lungo le pareti laterali, sono visibili dei mascheroni equini, la cui funzione era di annodarvi le redini dei cavalli. La parete di destra ospita una raffigurazione a rilievo che rappresenta una Madonna con bambino. Dalla corte interna parte una scalinata che conduce al piano nobile e dopo una prima rampa si divide in due scalinate che si aprono in una loggia. Lo scalone, inserito all'interno di tre archi a tutto sesto, ripresi nel piano nobile, si rifà alle soluzioni ideate a Napoli dall'architetto Ferdinando Sanfelice.
Benché sia uno degli edifici artisticamente più rilevanti della città, sottoposto a vincolo dal
lontano 1984,situato a pochi passi dalle principali Istituzioni cittadine, non si pone fine al suo scempio. Con parti del tetto crollate, esposto alle intemperie e sepolto nell'immondizia, reso inavvicinabile da muri e recinzioni che impediscono di ammirare il suo scalone sanfeliciano e fanno invece da sfondo ai cassonetti del quartiere, riesce tuttavia esemplarmente ancora a resistere e a nobilitare con la sua presenza la città.