Set del film: "Cesare Mori - Il prefetto di ferro". È uno dei palazzi più antichi di famiglia Tamborino, poi Tamborino-Frisari. Nella seconda metà del secolo scorso è passato nel patrimonio della famiglia Aprile e ha assunto il nome di Palazzo Arabesco.
È stato edificato prima dell’Unità italiana, appena fuori del centro antico preunitario, e presenta una facciata austeramente neoclassica, che guarda, a oriente, sulla strada, mentre, a ponente, un’elegante scalinata a doppia rampa e merlettature in pietra orientaleggianti, lo collega al giardino retrostante.
Negli interni sono notevoli gli arredi della prima metà del Novecento, mobili e oggetti in ferro battuto, ghisa e legno, opere di artigiani salentini di alta qualità di quegli anni. Importanti sono i cicli pittorici - pitture su vetro, tela e raso, e affreschi - di Antonio Montefusco, che vi tenne un laboratorio per ben due anni - negli anni Trenta del secolo sorso - con al suo servizio numerose maestranze locali.