L’edificio all’imbocco della strata magistra ha origini tardo quattrocentesche, come attestato da elementi sul prospetto orientale, affacciato sulla corte rustica, i “capitelli astratti” analoghi a quelli del tempietto del Cristo Risorto di San Luca. L’impianto rinascimentale è ancora visibile nella pianta del Campi del 1583, a conferma del prestigio del ramo della famiglia Stanga di Castelnuovo, il cui membro più noto è Marchesino, figlio del riformatore del palazzo e segretario di Ludovico il Moro. A Giovanni Pietro da Rho è attribuito il sontuoso portale lapideo che celebrava la cultura antiquaria della famiglia e che dal 1875 è esposto al Louvre, conservandosi una copia in palazzo Comunale, a Cremona. Della riforma settecentesca, ad opera dei nuovi proprietari Rossi di San Secondo, resta lo scalone scenografico con ricca balaustra rocaille, al culmine del quale trionfano lo stemma di famiglia, gli stucchi a tema musicale, ed un affresco allegorico attribuito a Vincenzo Borroni.