È una vera e propria “Cittadella giudiziaria”, oggi, l’ampia area occupata dal palazzo rinnovato nel XVIII secolo da Faustino Rodi per il marchese Silva e dall’edificio concesso dal marchese Persichelli ai gesuiti per trasformarlo in convitto, alla metà del XIX secolo. Dopo un recente restauro è possibile apprezzarne le decorazioni neoclassiche, le proporzioni delle facciate, le corti ed i numerosi ambienti e dettagli, ora opportunamente valorizzati.