Il Palazzo Rotati, dal nome della famiglia dell’aristocrazia fanese-romana a cui è appartenuto fino al 1992, è di palese origine rinascimentale ( XV-XVI sec.), perlomeno nella parte principale che insiste su via Nolfi, già “Contrada dei Filippini” o “ Contrada del Seminario, che presenta ancora alcuni dei palazzi nobiliari più interessanti della città. Il palazzo si erge su tre piani e cantinato, con un piccolo cortile interno ed un giardino sul retro. Di pregevole impatto il grande androne con volta a botte con cornice in corrispondenza del piano di imposta che corre lungo tutto il perimetro dell’ambiente conducendo al cortile interno ed allo scalone di pietra, originale. Al piano terra restano due portali in pietra cinque-seicenteschi con scudo muto e le lettere C e B, mentre due colonne bianche di riuso, di epoca romana, formano un porticato in cortile di tre arcate, ora tamponato al piano primo, pur con accorgimento che ne preserva la lettura. Nella pianta catastale della città disegnata nel 1819, il Palazzo figura individuato col n°1105 e risulta di proprietà di Domenico Rinalducci del fu Lelio. Un grazioso giardino posteriore, cinto da mura di 3 metri di altezza , lo completa. La parte posteriore del palazzo, verso il giardino, è particolarmente interessante poiché presente una non comune volumetria che conferisce all’edificio un aspetto leggero ed aggraziato.
Redatto dai proprietari