Un tempo era la residenza del noto scrittore e poeta Vincenzo Padula (1819-1893), uno dei primi studiosi di poesia e storia delle tradizioni popolari, che fondò e diresse il settimanale “Il Bruzio”, attraverso il quale denunciava la miseria e le drammatiche condizioni che la popolazione calabrese viveva prima dell’unità nazionale. Venne edificato in una zona in origine isolata e priva di costruzioni, la sua edificazione voluta dall'artista calabrese, era secondo il Padula la rappresentazione della posizione raggiunta dalluomo di cultura acrese. Sul portale del palazzo fece scolpire due penne e un calamaio, simbolo dello stemma del suo casato. Il palazzo fu dotato di feritoie, adatte a posizionare armi da fuoco, per difendersi da eventuali attacchi dei briganti, assai frequenti in quel periodo. Questo palazzo è sede della biblioteca comunale di Acri e della Fondazione Vincenzo Padula, promotrice dell’ormai annuale premio internazionale a lui dedicato. Inoltre nel palazzo è presente il Museo della civiltà contadina di Acri.