Alla fine del Settecento la famiglia Forti acquistò un complesso edilizio che occupava un intero quartiere cittadino per trasformarlo in palazzo padronale. Palazzo Forti è un esempio di commistione fra un elegante palazzo borghese ed una corte agricola posta all’interno della cinta muraria, come evidenziano l’androne d’accesso, gli alloggi per i fattori, le
barchesse, le stalle e i fienili. L’interno presenta alcune pregevoli sale dipinte con gusto neoclassico. L’ultimo proprietario, e occasionale abitante del palazzo, fu Ernesto Forti di Alessandro e Adele Rocca, che non ebbe figli. Amelia Minghini (vedova di Ernesto, risposata Novelli e poi nuovamente vedova), alla sua morte nel 1968 lasciò i malandati immobili sabbionetani, ereditati dal primo marito, alla Comunità Ebraica di Mantova che li cedette al Comune di Sabbioneta.
Successivamente gli ambienti furono destinati ad accogliere alloggi popolari, la biblioteca, gli uffici culturali del Comune, un centro studi-convegni e gli uffici dell’Istituto Scolastico.