PALAZZO SANSEVERINO-FALCONE

ACRI, COSENZA

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PALAZZO SANSEVERINO-FALCONE
Appartenuto alla potente famiglia calabrese dei Sanseverino, venne edificato a partire dal XVII secolo a cura di Giuseppe Leopoldo Sanseverino X principe di Bisignano. Dall'opera dello storico Raffele Capalbo, emerge che il terreno dove sorge il palazzo era proprietà di don Fabrizio Julia, poi acquistato dai Sanseverino. Lo stesso storico afferma che il progetto fu di un architetto romano e le spese di costruzione ammontarono a settantamila ducati, escluse le spese per le decorazioni pittoriche. Com'è stato notato, gli affreschi che raffigurano "L'allegoria del Tempo" e il "Ratto di Prosperina" (che lo storico Capalbo, voleva attribuire agli artisti Zuccari da San Angelo in Vado, che vissero ed operarono dal Cinquecento fino ai primi del Seicento) appartengono invece all'artista napoletano Donato Vitale, che affrescò le sale tra il 1714 e il 1718, come ha dimostrato con documentazione valida lo storico Giuseppe Abruzzo. In quanto al costruttore dell'edificio, è certo che si tratti di Stefano Vangeri da Rogliano, famoso per i numerosi interventi ai palazzi nelle città calabresi, che operò fino al 1720, anno in cui, con buona probabilità, si occupò anche delle rifiniture del palazzo. L'edificio si erge su quattro piani, il piano terra ed il primo piano, ospitavano una sorta di corpo di guardia del principe. L'ala est del piano terra è caratterizzata da un ampio salone (Sala delle Colonne) delimitato da pareti con nicchie (in passato abbellite da splendide figure marmoree), al centro della sala si trovano otto colonne di pietra, con capitelli di stile tardo cinquecentesco, che alcuni ritengono riutilizzate da un precedente edificio, forse una chiesa. Il secondo piano, detto anche piano nobile, dove la famiglia risiedeva, è composto da svariati saloni, dove spiccavano affreschi, che se pur in parte deteriorati sono ancora visibili. Il terzo piano, era adibito alla servitù ed alla cucina. La Sala delle Colonne, che si sviluppa per tutto il lato a SE (frontale all’entrata principale), ha un’area di 351 m² (35,80 x 9,80 m) e ha nella parte mediana n. 8 colonne (6 libere e 2 integrate nei muri laterali, per metà spessore) dal diametro di circa 77 cm, fatte di blocchi cilindrici sovrapposti di calcarenite, con interassi variabili fra 5,10 – 5,40 m ed un’altezza di oltre 4,0 metri. Sui due muri lunghi sono state ricavate 46 nicchie semicircolari (24 lato SE e 11 + 11 lato NW) con diametro di 76,5 cm ed un’altezza di 2,20 m. Per accedere a questa grande sala si deve attraversare il cortile interno, a pianta quadrata. L’entrata della Sala delle Colonne è ornata da due fontane murali. Di queste, restano tuttora i bacini semisferici in calcarenite (diametro di 1,06 m ed altezza di 0,96 m) a ridosso dei muri, che presentano due nicchie (larghe 98 cm e alte 148 cm) contenenti statue o busti di statue (come testimonia quel che resta nella nicchia di sinistra).Il Palazzo divenne dimora della Famiglia Falcone da quando il nobile Don Angelo Falcone prese in sposa la Principessa Carmela Sanseverino. Negli anni ottanta il Palazzo fu donato dalla Famiglia Falcone al Comune di Acri. Il Palazzo ospita parte del Museo della Civiltà Contadina e il MACA Museo d'Arte Contemporanea dedicato a Silvio Vigliaturo ed è in allestimento una pinacoteca cittadina.
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