Il Palazzo delle Poste di Trento (19291934) è opera del fiorentino Angiolo Mazzoni, celebre ingegnere e architetto che fu uno dei maggiori progettisti di edifici pubblici, stazioni ferroviarie e uffici postali della prima metà del XX secolo. A Trento, sua è anche la Stazione ferroviaria.
Il Palazzo delle Poste fu eretto in piazza Alessandro Vittoria sull'area precedentemente occupata dal rinascimentale Palazzo dei baroni a Prato signori di Segonzano, che fu distrutto da un incendio il 13 dicembre 1845 e che fu poi sostituito, ad opera dellaustriaco Friedrich Setz, dal palazzo delle Poste imperial-regie in rigoroso stile austro-ungarico, anchesso demolito.
Nell'attuale palazzo, autentica espressione dello stile razionalista, furono inglobate alcune parti dei precedenti edifici tra cui il portale del 1512 su via Santa Trinità, alcune arcate del portico colonnato del cortile ed una trifora con capitelli ionici. Degli arredi interni rimane ancora un prestigioso caminetto modanato che si può ammirare presso Castel Thun, in Val di Non.
Per la costruzione del Palazzo delle Poste Angiolo Mazzoni fece ampio uso di materiale locale come il porfido ocra di Predazzo (per la cassetta delle lettere), il marmo giallo di Mori (gradini dello scalone) e il calcare bianco di Pila (lesene diamantate esterne). Le facciate esterne erano originariamente intonacate di color azzurro sabaudo, simbolo dell'italianità di Trento. Molti gli artisti che lavorarono alla decorazione del Palazzo: il bellissimo affresco entro il portico su via Santa Trinità intitolato "Il ricevimento dei tre cardinali nel Palazzo a Prato ai tempi del Concilio" è di Luigi Bonazza. Gino Pancheri, Enrico Prampolini e Fortunato Depero realizzarono invece numerosi affreschi interni al secondo piano e le splendide vetrate policrome, andate purtroppo in gran parte perdute. Il San Cristoforo visibile in una nicchia nel lato sud del palazzo è dello scultore Stefano Zuech che realizzò anche il San Vigilio, ora in Piazza d'Arogno nei pressi del Duomo.