Si tratta di una costruzione dalle linee moderne ed essenziali, ultimata nel 1941, che esprime , con criteri estetici nuovi , le linee architettoniche dell'ideologia fascista. Linee essenziali, scarne, dopo il fascino subito dall'architettura di prima maniera, ispirata a modelli e forme di un diffuso plasticismo classico, che si inseriscono nel contesto circostante ove si coniugano diverse forme architettoniche associate alle tendenze del primo Novecento, agli spazi ambientali rappresentati dal Lungomare Trieste, sinuoso tratto urbano che segue l'andamento costiero della prima area della fascia nord -occidentale cittadina, in armonia con l'edilizia pubblica e privata ivi realizzata. il Salone di Rappresentanza. In questo vasto ambiente si trovano opere di pittori locali del Novecento, in particolare “Angolo paradisiaco di Vila Rufolo” (Luigi Paolillo, 1919) e “Viale” (Antonio Ferrigno, 1924). Interessanti alcune opere di autori ignoti, provenienti da sequestri della Guardia di Finanza