L'antico palazzo comunale di Tuscania è detto Palazzo del Rivellino. Fu innalzato durante il cosiddetto decennio ghibellino (1253 – 1263): si presentava come una costruzione fortificata, costituita da un palazzo, un cortile interno e una piazza d'armi, e realizzata sulle fondazioni di due grandi torri quadrate (datate nel XII – primi XIII secolo) appartenenti ad un primitivo palazzo di proprietà privata ma già utilizzato dal Comune nella prima metà del 1200.
Il palazzo fu sede del Consiglio e del Priore, verso la fine del XIII secolo, diventò residenza del Podestà; già alla fine del XIII secolo il Rettore del Patrimonio di San Pietro in Tuscia e la sua Curia trascorrevano l'inverno all'interno del palazzo pubblico di Tuscania. Nella metà del XIV secolo il complesso subì un'ulteriore ampliamento con una recinzione fortificata esterna e di una cinta muraria delle sperone roccioso: in tal modo venne realizzata una piccola rocca forse voluta dal Governo Papale dopo che Giovanni di Vico riconquistò Tuscania nel 1348.
Nel 1493, a causa del degrado dell'edificio, il Podestà venne trasferito e alcuni anni dopo il sacco della retroguardia di Carlo VIII venne completamente abbandonato. Oggi il palazzo si presenta interamente distrutto fatta eccezione per il solo muro meridionale, caratterizzato da merlature ghibelline e da un camminamento perimetrale superiore al quale si accede tramite una torretta circolare su mensola (unico esempio del genere presente nel centro Italia).