Lungo la via, al n. 19, una piccola lapide ricorda che “gli austriaci arrestarono in questa casa Giacomo Succi e ne glorificarono il nome col martirio il 16 marzo 1853”. Il palazzo apparteneva all'antica famiglia dei Contrari, molto vicina agli Estensi; esisteva già nel XIV secolo, poi rifatto nel 1434, era coronato da una merlatura che crollò a seguito del terremoto del 1570. Nei secoli successivi e fino al 1855 l’edificio appartenne alla famiglia Pepoli, per poi passare a vari intestatari che ne modificarono in parte l’assetto originario; tuttavia, conserva ancora il suo aspetto monumentale, esaltato dal pregevole portale marmoreo a bugne.