PALAZZO BONACINI SANDONNINO (O SANDONNINI)

MODENA

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PALAZZO BONACINI SANDONNINO (O SANDONNINI)
Palazzo Bonacini Sandonnini, che ora ospita al piano nobile il Banco Desio, è noto ai modenesi come ex Questura. Fu progettato a metà Ottocento da Cesare Costa (1801-1876) per Pietro Bonacini con l’ingresso principale sulla passeggiata delle mura, poi passò a fine secolo alla famiglia Sandonnini che, dopo la demolizione delle mura, fece costruire la scalinata d’accesso in accordo con il Comune che si impegnò a creare davanti un’area verde, il Parco della Rimembranza. Il recente allestimento delle aiuole, sopra il garage sotterraneo realizzato a seguito della ristrutturazione del palazzo, ha creato un giardino totalmente avulso dal contesto in cui si trova, infatti le aiuole formali nulla hanno a che vedere con lo stile architettonico dell'edificio né, tantomeno, col resto del Parco della Rimembranza in cui è inserito. Sarebbe bastato consultare i documenti storici d'archivio e ripristinare le aiuole irregolari che, forse, avrebbero anche meglio nascosto le bocche d'aerazione del garage sotterraneo. Il ricordo dei cinquecenteschi alloggi per i militari di passaggio e di presidio alla città detti “caselle” resta negli edifici con giardinetti che confinano con le mura dopo via Selmi, consistenti in un piano terra e in un primo piano. Utilizzati nel Seicento dal duca Francesco I per alloggiare la guardia ducale, poi sopraelevate e trasformate nell’Ottocento. Il frassino maggiore è un albero di prima grandezza diffuso in Europa e nel Caucaso; in Italia è presente soprattutto nel centro nord. Il legno è molto flessibile ma resistente e compatto tanto da essere stato utilizzato per la fabbricazione dei telai degli aerei agli inizi del ‘900 e degli sci. In Europa settentrionale fu, nell’antichità, oggetto di venerazione, albero ritenuto sacro, era proibito bruciarlo nonostante il suo potere calorifico elevato. Nel Medioevo si riteneva che la sua combustione servisse ad allontanare gli spiriti maligni così come nelle culture dell’Europa orientale, in particolare in Russia e negli stati Baltici, il vampiro lo si poteva uccidere impalandolo con pali di frassino.
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