Il Palazzo baronale di Camastrà (noto come Castel Camastrà), la cui costruzione si fa risalire verosimilmente ad un periodo antecedente al XVII secolo, fu ristrutturato ed ampliato nel 1706 dal barone di Camastrà D. Nicolò Gordone, come attestato da una lapide non più esistente (la cui iscrizione è riportata dall'araldista Galluppi nel Nobiliario di Messina) e successivamente danneggiato dai terremoti del 1783 e del 1908. L'ingresso principale al palazzo è formato da un portale a conci in pietra con arco lavorato e bugnato sormontato da stemma gentilizio raffigurante l'aquila imperiale e la Croce di Malta, con soprastante corona baronale. Contiguo al palazzo si trova un ambiente a pianta rettangolare che costituiva la base dell'antica torre (crollata nel 1908), la cui costruzione risalirebbe ad un periodo anteriore al XV secolo; tale ambiente, ancora oggi esistente, nel tardo periodo feudale fu utilizzato come carcere ed era in origine connesso con l'autonomo esercizio delle funzioni giurisdizionali assegnate ai feudatari per il loro territorio e costituisce quindi, testimonianza storica di ordinamenti sociali e giuridici del passato. L'antico borgo dell'ex baronia Gordone costituito dal palazzo baronale, dall'ex frantoio, dalle scuderie nonchè dall'antica fontana con mascherone in pietra, contigua all'artistico cancello in ferro, è sito nel Comune di Pace del Mela ed è stato sottoposto a vincolo nel 1997 dalla Sezione per i Beni Paesistici, Architettonici e Urbanistici e dalla Sezione per i Beni Storico, Artistici ed Etnoantropologici della Soprintendenza per i Beni Culturali ed Ambientali di Messina, che ne ha dichiarato l'interesse culturale poichè costituisce un significativo esempio di architettura rurale collegata alla grande proprietà terriera con residenza nobiliare del secolo XVII ma con significative preesistenze presumibilmente risalenti ai secoli XIV-XV.