“Pier Maria Rossi, signore e padrone della Rocca, mi fece costruire a ferro di cavallo. Avevo la funzione di scuderia e qui sotto i miei portici gli armigeri difensori del forte, posteggiavano i loro cavalli. Esistono tuttora infissi nel muro alcuni anelli arrugginiti col passar del tempo, che testimoniano l'uso che ne veniva fatto. Ascolta!... Non ti pare di sentire ancora lo scalpitio degli zoccoli sul selciato ed il << franger delle biade con rumor di croste?...>>. La mia storia risale lontanissimi tempi (1450-1460)." Estratto da La Piazza racconta, di Rosetta Baratta Gotelli, Roccabianca-Personaggi d'altri tempi, Battei, Parma, 1993 “Sull'estrema punta della bassa pianura, compresa tra il maggior fiume d'Italia, che la morde a settentrione, e l'impetuoso Taro, che serpeggia ad oriente, siede il Comune di Roccabianca. Lo lambisce a mezzodì il rivo Stirone, di là dal quale è il comune di San Secondo, e lo chiude a ponente il Comune di Zibello; copre uno spazio di ettari tremila e novecento(1); ha cinquemila e cinquecento abitanti e sta sopra un piano leggermente inclinato verso il torrente Taro... … vedi Roccabianca, capo del Comune, borgata che fa circa cinquecento anime: un'ampia e solida rocca, col suo torrione dentro, rigirata da un corridoio che posa sopra spessi beccaatelli che torno torrno la rigano d'alto in basso, e difesa da ampie fosse, cui stagna un'acqua verde e malsana, indica tempi per buona ventura trapassati. Le s'apre davanti, verso levante, una bella piazzetta a ferro di cavallo e a portici...” (1) Secondo la planimetria fatta dell'Ingegnere Dr. Riccardo Magnani, 27 agosto 1845 Estratto da Un castello del parmigiano attraverso i secoli. Pallavicini Rossi Rangoni, Francesco Luigi Campari, Battei, Parma, 1910 (2010) Fotografie di Stefania Bolgarani, Danilo Cavaliere, Roldano Daverio, Angelo Madoi, Paolo Panni, Leopoldo Scapparone - © tutti i diritti riservati
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