CICCIANO

CICCIANO, NAPOLI

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CICCIANO
La Terra, sia nel Castello di Cicciano, che nella nostra Campagna Felice trovasi situata tra ‘l piano, e il piede del Monte del Castello di Rocca Raynola, lungi da circa un miglio e mezo dal venerando Santuario, e Terra di Cimitile, e da circa due dall’antichissima Nola, che per la salubrità dell’aere sotto piacevolissimo clima, per l’amenità di giardini, e fertilità de campi, lunga e sana vita agli abitatori conserva, più forastieri ha indutti a possedervi beni, e non pochi coloni a sudare nel suo Territorio. Nell’anno 80 a.C., il console romano Lucio Cornelio Silla conquistò Nola, confiscò i terreni circostanti e li assegnò in premio ai propri veterani. Seguì una diversa organizzazione dell’intero territorio con la suddivisione degli stessi terreni in lotti uguali (centuriazione). Lungo e intorno ai principali assi viari tracciati dai Romani si svilupparono successivamente quasi tutti gli insediamenti abitativi della piana nolana. Dapprima semplici casolari, poi casali, villaggi, e così via. Per quanto riguarda Cicciano, i primi nuclei abitati furono almeno tre, distinti e separati tra loro: Cicciano in senso stretto; Curano; Cutignano. Tracce della centuriazione romana sono ancora oggi riconoscibili nella parte più antica del paese. Si tratta di due limiti, orientati nord-sud, ugualmente distanti tra loro, costituiti da via Antonio De Luca e via Giacomo Matteotti, intersecati da altri, nel verso est-ovest, anch’essi ugualmente distanziati, costituiti da alcune traverse. Del periodo romano restano due altorilievi, un monumento funerario, un sarcofago e pochi oggetti di argilla ritrovati all’interno di una tomba. Il primo altorilievo è comunemente conosciuto come Pasquino. Rappresenta la figura di un uomo, senza gli arti inferiori e senza la testa, scolpita nel calcare. Per un lungo periodo è rimasto murato nello spigolo di un fabbricato privato ad angolo tra l’omonima via Pasquino e via Giacomo Matteotti. Il secondo altorilievo è simile al primo, la figura è ritta in piedi e misura un metro e settanta. Forse gli altorilievi facevano parte di uno stesso monumento o edificio. Il sarcofago è completo di un coperchio a doppio spiovente. Ha i quattro lati decorati. Sul primo lato lungo vi sono due grifi che sostengono una corona di foglie con all’interno una tabella circolare; sul secondo lato, due crani di bue che sostengono tre festoni incorniciati da bende; nel festone centrale vi è una tabella ansata mentre nei due festoni laterali la testa della Gorgone; i due lati corti sono simili con un tripode al centro, una faretra ed un arco ai piedi. Il monumento funerario è di forma quadrata, è alto circa tre metri ed ha una copertura esterna a cupola. La tecnica di costruzione è l’opus incertum, un tipo di muratura costituita di pezzi irregolari di pietra a vista. Domenico Capolongo nel suo libro Nola, l’Agro e Cicciano riporta notizie del ritrovamento di alcuni dolia in via Antonio De Luca, in via Olmo, in via Caserta e della scoperta di una piccola necropoli all’incrocio tra via Corpo di Cristo e via Bartolomeo De Stefano. L’origine del toponimo Cicciano è da ricercarsi nella forma citianum o cittianum, riconducibile, secondo il Capolongo, al nome romano Citius o Cittius, trasformatosi successivamente in cicianum o ciccianum.
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