La località CAVAGNA si trova poco distante dal centro abitato di Lecco ed è raggiungibile tramite una stretta carreggiata che ascende dalla zona denominata Luera. Proprio la difficoltà di accesso ha fatto sì che il nucleo abitato di Cavagna si presenti ancora oggi come piccolo e incorrotto borgo rurale che conserva eccezionalmente intatto l'impianto settecentesco rilevato nel catasto teresiano (1720) dove è segnato con l'antica dizione di "Agna". Sviluppatosi attorno a un tratto di silenziosa mulattiera, il nucleo mantiene coerente la propria vocazione rurale ed è formato da un compatto gruppo di caseggiati di grande respiro strutturale e paesaggistico, in massima parte non ancora toccati da interventi di recupero invasivi. Tra gli edifici emerge la caratteristica "casa da nobile" appartenuta al poliedrico mercante Pietro Antonio Valsecchi (1707-1786), capostipite di fortunata prosapia di cartai e setaioli, il quale nobilitò la rustica casa paterna inserendo nello spesso muraglione di accesso al cortile un leggero e bellissimo portalino in pietra, coronato da una edicola con affresco votivo cifrato 1775. Ciò che rende eccezionale il contesto, in un territorio profondamente urbanizzato come quello di Lecco, è la sopravvivenza della vasta area agricola circostante Cavagna: un vero e proprio "oceano" verde che copre la morena laterale del Montalbano, formazione geologica a suo tempo studiata da Antonio Stoppani (tanto da essere raffigurata in un suo volume). Il vasto contorno agricolo di Cavagna è solcato da mulattiere e sentieri pedonali che sono passeggiata privilegiata e irrinunciabile dei lecchesi e di numerose famiglie che, a pochi passi dalla città, trovano un ambiente di incomparabili bellezza e respiro. L'eccezionalità del contesto di Cavagna ha fatto sì che nel vigente strumento urbanistico locale sia stato vincolato a "parco pubblico", scelta coraggiosa e al tempo stesso lodevole segno di una profonda sensibilità verso la tutela del paesaggio, inteso come valore collettivo e bene comune.
Da Cavagna, per mezzo di un'antica mulattiera pianeggiante, si costeggia il versante fino alla località "Forni" da cui si scende fino alla località S. EGIDIO sopra Bonacina dove, al di là del torrente Caldone e isolata in un vasto prato, si trova l'omonima chiesa di origine antichissime, documentata dal XIII secolo. A semplice navata e con poderosa abside a emiciclo, conserva brani d'affreschi tra cui uno secentesco con i Re Magi. Situata lungo antico percorso, nel XV secolo era sede di un ospizio. Nonostante i lavori dei secoli più recenti, la struttura rimane quella di impianto medievale.