OVILE NAZIONALE

FOGGIA

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OVILE NAZIONALE
Fino a pochi decenni orsono (anni 60 del 900) chi percorreva il Tavoliere si imbatteva in una distesa di pascoli immensi, inframmezzati da marane, che si formavano con il ristagno delle piogge invernali, e da mezzane sagomate dalla presenza dei perastri. Era un ambiente ricco di fauna selvatica che resisteva immutato da migliaia di anni, intimamente collegato a una delle pratiche più antiche: la pastorizia transumante. I pascoli erano utilizzati da migliaia di pecore che durante il periodo da settembre a maggio affluivano, provenienti dai pascoli estivi di montagna delle regioni vicine (principalmente da Abruzzo e Molise) lungo delle vere e proprie autostrade verdi, i tratturi. Tale situazione rimase invariata fino alla riforma fondiaria quando la trasformazione del territorio in suolo agricolo mutò completamente il paesaggio della provincia di Foggia. Nel 1953 Giacomino Sarfatti, illustre botanico del novecento, si cimentò in uno studio intitolato Considerazioni e ricerche botaniche sui pascoli del Tavoliere. In tale opera Sarfatti si pose alcune domande basilari come, ad esempio, Dove possiamo studiare la vegetazione più o meno spontanea del Tavoliere?, rimarcando la testimonianza che tale pianura fosse prevalentemente coltivata e che le uniche aree naturali fossero rappresentate dai pascoli dei tratturi e delle mezzane nei pressi delle masserie. Individuò, quindi, il cosiddetto Ovile nazionale situato nei pressi di Borgo Segezia come dimostrazione biologica di tali biotopi. LOvile nazionale è una testimonianza diretta di tali paesaggi. Prati cespugliati a perastri sono oggi habitat protetti dalla UE, ma gli habitat che caratterizzano lOvile nazionale sono unici in Italia, solo parzialmente possono essere paragonati alla 'dehesas' spagnola o i 'meriagos' della Sardegna, o addirittura alla savana africana. Sarfatti purtroppo non fa alcun cenno allestensione di tale area, oggi conservata con poco più di 60 Ha (che lentamente vengono ridotti), una piccola residua testimonianza biologica delle antiche mezzane del Tavoliere delle Puglie. Da quasi un secolo è stato lIstituto Sperimentale per la Zootecnia (CRA ZOE) custode di tale area ma il luogo ha subito una lenta riduzione dellarea prativa nel corso dei decenni. Oggi lOvile nazionale è tutelato dal Piano Paesaggistico Regionale (PPTR) ma ancora cè tanta strada da fare per riconoscere il valore inestimabile dellarea.
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