L’oratorio di Santa Maria della Misericordia si trova nel centro di Novi Ligure, tra via Gramsci ed il vicolo della Misericordia. Si sa poco della sua fondazione, ma alcune fonti - tra cui lo storico novese Lorenzo Capelloni - la fanno risalire al XV secolo, o, al più tardi, all’inizio del XVI secolo. L’oratorio ospitava la Confraternita Orazione e Morte, un ordine preposto a dare sepoltura a quanti non potevano essere tumulati nei cimiteri consacrati, come suicidi e infedeli. I membri della Confraternita potevano agire solo con il favore della notte e percorrevano la città con un carretto scoperto, abbigliati con un cappuccio nero che lasciava scoperti solo gli occhi. Le spoglie raccolte durante queste ronde notturne venivano sepolte nei numerosi cunicoli presenti al di sotto dell’oratorio, oggi ancora visibili ma non più accessibili. Si racconta che dopo la battaglia di Novi Ligure (1799), nella quale si affrontarono l’esercito napoleonico e la coalizione antifrancese austro-russa, i cunicoli di Santa Maria si riempirono dei cadaveri dei soldati caduti. Oggi l’oratorio si presenta completamente spoglio degli arredi originali; alcuni storici novesi sostengono la tesi che l’oratorio, sicuramente molto più piccolo di quello attuale, fosse rivolto con l'abside ad est come tutte le antiche chiese della città e successivamente voltato con il prospetto principale sulle vie principali. L'edificio si presenta con una facciata a due spioventi intonacata, suddivisa in due registri e delimitata da paraste di bordo. Il tetto è a capanna, mentre sul fianco si erge il campanile a sezione quadrata. L'interno è a semplice navata, con abside a pianta quadrangolare e conserva ancora l’altare maggiore in marmo policromo, realizzato dal genovese Alessandro Aprile, mentre sul retro dell’Oratorio dove si apre l’Aula dei Confratelli, anch’essa chiusa abitualmente al pubblico, è presente una volta decorata datata ai primi decenni del Settecento. L’edificio nel XVIII secolo venne sottoposto ad opere di ristrutturazione: questa trasformazione avvenne secondo il linguaggio barocco tipico dell’epoca, ma non intaccò alcuni elementi rinascimentali risalenti allo stato preesistente della stessa fabbrica. Attualmente l’edificio, di proprietà della Diocesi di Tortona, è chiuso al pubblico per problemi di messa in sicurezza, pertanto la comunità si sta attivando al fine di risvegliare l’interesse su questo luogo e garantirne la tutela.