L’Oratorio di San Rocco, in via Fracchia di Tortona, deve la sua costruzione alla Confraternita della Misericordia, compagnia che ancora vi ha sede e che fin dalla fondazione ha cura della chiesa. Le prime notizie della Confraternita risalgono al 1534, ma è dal 1577 che essa viene aggregata alla Confraternita romana di San Giovanni Decollato, detta della Misericordia, che svolgeva opere in favore dei condannati morte. La Confraternita di Tortona celebra inizialmente le proprie funzioni religiose nella cappella di San Rocco della chiesa di Santo Stefano e dal 1586 nella chiesa di San Michele, ma è nel 1626 che si viene alla decisione di erigere un oratorio proprio. Nel 1627 già esiste parte dell’edificio la cui edificazione continua fino ad almeno il 1630. Agli anni 30 del Settecento risalgono gli stucchi (è citato l’artigiano Giacomo Pessina). Tra le cappelle come si presentano ad oggi, la più antica è quella dell’Angelo custode, della quale esiste notizia nel 1682; alla stessa data erano probabilmente già esistenti anche le cappelle dedicate a San Rocco ed alla Beata Vergine. Nel 1741 vengono deliberate, per queste ultime, le decorazioni in stucchi ad opera dello stuccatore Antonio Catenacci di Pavia insieme alle stuccature del coro che fanno da cornice alla tela con San Giovanni Decollato, attribuita a Pier Francesco Mazzucchelli (Morazzone 1573 - Piacenza 1626) e commissionato dalla Confraternita già prima del 1624. Altra tela di interesse è la pala di San Francesco da Paola, posta sul primo altare a destra, attribuita a Giuseppe Badaracco (Genova 1590-1657). Ultimo in ordine cronologico è l’Altare maggiore con la balaustra, ad opera del marmorino Antonio Giudice, iniziati nel 1756 e compiuti nel 1758. La chiesa attuale rimane pressoché invariata, eccettuati la pavimentazione e gli affreschi, questi ultimi risalenti ad un restauro compiuto nel 1936 da Domenico Fossati e da Pietro Mietta. Durante la Seconda guerra mondiale un’incursione aerea nemica colpisce la chiesa provocando lo sfondamento della volta del coro e danni all’altare.
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