L'Oratorio del Carminello (detto anche del Carmine Minore) fu edificato nel 1690 circa per volere della Compagnia della Madonna del Carmelo, nel quartiere storico dell'Albergheria. L'edificio ha forma rettangolare con portale d'ingresso situato su uno dei lati corti. All'interno è presente un antioratorio che conduce all'unica navata. Tutte le pareti sono decorate con rilievi in stucco.
La sua costruzione fu possibile grazie ai cospicui finanziamenti di alcuni aristocratici palermitani e subito divenne popolare col nome di Carminello, per meglio distinguerlo dalle altre confraternite dedicate alla Madonna del Carmine. Per secoli l'Oratorio è stato gestito dai frati carmelitani che vi si riunivano in preghiera. Nel 1915 la gestione dell'Oratorio passò invece nelle mani della Confraternita di Maria Santissima del Rosario al Carminello.Ciò è confermato dalla cripta sottostante, utilizzata come cimitero esclusivamente per gli appartenenti alla confraternita stessa. Numerosi i restauri e i consolidamenti dell'edificio (l'ultimo a cura della Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Palermo) che, dopo esser rimasto chiuso per anni, è stato restituito al culto.
L'Oratorio ha forma rettangolare, con il portone d'ingresso posto su uno dei lati corti. Un antioratorio (al di sopra del quale vi è il coro) conduce all'unica navata. Ad essa segue un presbiterio, al quale si accede tramite un arco monumentale. Sia le pareti laterali che la controfacciata sono totalmente decorate con rilievi in stucco. In particolare in questa troviamo tondi prospettici che raffigurano la Natività (a sinistra) e il Riposo durante la fuga in Egitto (a destra). Essi risalgono ai primi anni del Settecento e se in passato li si attribuiva a Giacomo Serpotta, oggi si è più propensi a ritenerli opera del figlio Procopio.
Accostate ai tondi e sopra la cornice che sormontava il luogo dove un tempo siedevano i superiori della compagnia, vi sono due statue allegoriche. Si tratta della Mansuetudine (legata all'episodio della Natività) e della Compassione (connessa al secondo episodio). La volta è invece dipinta semplicemente di bianco; lo stesso colore che predomina all'interno dell'intero Oratorio. Nel presbiterio, decorato con stucchi dorati, è possibile ammirare l'altare marmoreo e le colonne tortili.
Attraverso una botola posta nel pavimento davanti al portone, a delle scale e ad un corridoio si accede alla cripta. Essa è suddivisa in tre ambienti: il primo è una stanza dove venivano preparati i corpi dei confratelli defunti; poi vi è il sottostante colatoio; e infine una stanza con 32 loculi per le sepolture decorati con piastrelle maiolicate. Lungo il corridoio e intorno ai loculi stessi vi sono decorazioni in pittura, per lo più si tratta di motivi floreali. Sul soffitto è inoltre dipinto lo stemma della Confraternita.
All'interno dell'Oratorio si trova anche la vara con una statua lignea della Madonna del Rosario e una di San Domenico in cartapesta. Da segnalare anche una tela tardo-settecentesca raffigurante la Madonna del Rosario e statue di Santi poste all'interno di nicchie. Ciò che infine colpisce di quest'Oratorio, tra le altre cose, è l'evidente differenza tra la ricchezza delle decorazioni in stucco all'interno e un aspetto esterno decisamente più semplice.