L'area ha una estensione di circa 70.000 metri quadrati e si trova all'interno di una più vasta area vincolata. Prima dell'intervento dell'uomo la piana era attraversata da un sistema di modesti valloni, lambiti da corsi d'acqua e circondati da risorgive con bassi dossi e lievi elevazioni. Dagli anni '60 fino al 1984, l'area centrale dell'Oasi fu sfruttata come cava d'argilla. Tra gli anni '80 e '90 la cava è caduta in disuso.
Adesso l'oasi comprende un vero e proprio bosco di pianura nel quale posiamo ammirare esemplari bellissimi dei principali alberi e cespugli autoctoni della pedemontana veneta.
Tra questi alcuni si fanno notare, come l'Acero campestre insieme ad altre specie interessanti come il Carpino bianco e il Nocciolo.
Nella parte più bassa una lunga passerella in legno ci permette di visitare la zona umida con una grande colonia di Giunco effuso e un'altra pianta acquatica, la Tifa "a foglie larghe".
La vera reginetta dell'Oasi è la più rara Tifa "a foglie strette" che lo sguardo attento del naturalista può distinguere qua e la, nascosta tra la distesa di piante delle altre specie.
Ma l'Oasi non è importante solo per le molte piante e fiori che ci vivono; essa è la casa di molti animali che la frequentano. Molto ci sarebbe da dire sugli uccelli acquatici, e non, e su tutti gli animali che vivono tra il fango, l'acqua o che popolano ogni anfratto dell'oasi.