La necropoli romana posta lungo via Celle a Pozzuoli, poco a oltre la centrale Piazza F. Capomazza, sorgeva all’inizio del tratto extraurbano della via consularis Puteolis-Capuam, nel punto in cui su tale asse stradale si innestava la via Puteolis-Neapolim. Era infatti usanza dei Romani non seppellire i morti in città ma lungo le strade extraurbane. Dell’area sepolcrale è oggi visibile solo un gruppo di quattordici edifici funerari, che fiancheggiano il lato orientale della strada. Nel ’700, ma anche oltre, i colombari venivano in parte utilizzati per ricoverarvi il bestiame, le “celle”, da cui la strada moderna trae il suo nome. I primi scavi regolari risalgono agli anni Trenta del secolo scorso, ma solo negli anni Sessanta si procedette a liberare l’intero complesso, che comprende varie tipologie di edifici funerari, e anche aree destinate all’esecuzione dei riti connessi al culto dei morti. Si tratta per lo più di colombari – ambienti con volta a botte e pareti traforate da nicchiette destinate a contenere le olle con le ceneri dei defunti, così chiamati dagli eruditi per questa somiglianza con i locali deputati a custodire i colombi - spesso sviluppati su più livelli, per poter accogliere le incinerazioni dei membri di corporazioni e collegia, ma anche di famiglie; più tardi, a partire dal II sec. d. C., subentrato il rito dell’inumazione a quello della cremazione, gli stessi edifici furono occupati da tombe a inumazione, in casse di pietra coperte da tegoloni anche a doppio spiovente (cappuccine), anch’esse disposte su più livelli fono a raggiungere, a volte, la quota d’imposta delle volte. Riutilizzazioni di questo tipo, e diverse trasformazioni, caratterizzano spesso gli edifici, come da tradizione nel mondo romano, rendendo spesso difficile una lettura organica del singolo monumento, viste anche le ristrutturazioni e le distruzioni avvenute in età post-antica. Non mancano, all’interno degli edifici, anche resti del rivestimento pittorico parietale, con semplici elementi vegetali o geometrici a scandire lo spazio tra le nicchie.