NAVIGLIO DI PADERNO

PADERNO D'ADDA, LECCO

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NAVIGLIO DI PADERNO
Era il 1482 quando Leonardo da Vinci, appena giunto a Milano, fu incaricato di studiare un sistema per permettere la navigazione del fiume Adda dal lago di Como fino a Milano. Una soluzione a questo problema è rintracciabile all'interno di alcuni disegni del Codice Atlantico dove si ipotizza un grande sbarramento sul fiume Adda in località Tre Corni, nel tratto del medio corso del fiume compreso fra gli attuali comuni di Paderno d'Adda e Cornate d'Adda. Leonardo ipotizzò la possibilità di congiungere i tre speroni di roccia che si elevano nell'alveo del fiume per creare uno sbarramento che convogliasse le acque in un canale artificiale destinato a superare il tratto di rapide (2,5 km) che definisce in questo territorio il paesaggio fluviale, per poi reimmettere le imbarcazioni nel fiume più a valle, dove esso ritorna navigabile. Il progetto pionieristico di Leonardo tuttavia rimase non realizzato, a causa della sua impraticabilità tecnica. Un'altra geniale soluzione per il superamento dei 23,76 metri di dislivello delle rapide di Paderno fu pensata a metà del ' 500 dall'ingegnere e pittore Giuseppe Meda, che ideò un'ambiziosa conca di navigazione pensata per superare da sola un dislivello di 18m. Nel 1591 iniziano i lavori che non vengono ultimati, a causa di tensioni economiche e politiche e di imprevisti danni alle opere provocati da una piena dell'Adda nel 1594. I lavori vengono infine ripresi nel 1773 e completati nel 1777, sotto il dominio austriaco, grazie a Pietro Nosetti, che vince il bando d'appalto con un progetto a sei conche di navigazione. Con l'uso del naviglio di Paderno si aprì un percorso navigabile che fu utilizzato soprattutto per il commercio su scala regionale di materie prime quali ferro, carbone, sale, legnami e graniti. Il Naviglio di Paderno perse via via parte della sua importanza commerciale quando, tra il 1895 e il 1920, vennero impiantate sull'Adda le centrali idroelettriche. Esso restò tuttavia in funzione, anche per escursioni turistiche, fino alla cessazione di ogni attività nel 1930. Oggi il Naviglio ha dato origine a un paesaggio acquatico e naturale peculiare, caratterizzato dalla presenta di una ricca biodiversità palustre dove trovano spazio specie animali quali il martin pescatore e il merlo acquaiolo, oltre a folaghe, germani reali, gallinelle d'acqua, bisce d'acqua e folte colonie di rospi smeraldini e rane esculenta. Si possono ancora ammirare i resti delle conche vinciane, con i loro massicci portoni in legno e i gradoni per smorzare la forza dell'acqua.
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