Il Museo è situato presso l'aeroporto Leonardo da Vinci. Aperto nel 1979, conserva le chiglie di cinque navi datate primo – terzo sec. d.C. trovate durante i lavori per la realizzazione dell'aeroporto. Intorno al museo, solo una parte di quello che era l'antico porto di Claudio, tra cui una parte dell'antico molo ottenuto con l'affondamento dell'antica nave di Caligola. Entrando nel museo per primi si incontrano, sulla destra, due frammenti di fiancata di imbarcazioni non altrimenti conservate. Nel frammento maggiore si nota il doppio parabordo a sezione semicircolare sporgente dal filo delle assi del fasciame. La visita prosegue con la cosiddetta barca da pesca; natanti simili a questo, per tipologia e soluzioni di allestimento, non sono ancora stati rinvenuti: la nostra barca può dunque essere considerata un unicum. Oltre ad avere sezione asimmetrica, la sua particolarità risiede nell'essere dotata di un contenitore-vivaio troncopiramidale realizzato all' altezza della sezione mediana, una cassetta il cui fondo presenta nove fori che permettevano 1'entrata dell'acqua marina. Il pescato poteva essere così mantenuto in vita fino al momento dello sbarco e della eventuale commercializzazione. Nella barca sono stati trovati alcuni oggetti (esposti nelle vetrine): un sandalo da ragazzo, di cuoio, un anello con sigillo, un conio greco e qualche frammento di terra sigillata italica. Le imbarcazioni di maggiore stazza sono denominate Onerarie minori e Onerarie maggiori. L'Oneraria minore I, la prima sulla sinistra, non ha restituito elementi di corredo se si eccettua un frammento identificato come parte del pennone esposto in vetrina. Risulta pertanto difficile for mulare ipotesi circa il suo periodo d'uso. Per la seguente, l'Oneraria minore II, disponiamo di informazioni più precise; la vita di questa imbarcazione comprende il pieno III e 1'inizio del IV sec. d.C. Lo scafo è particolarmente ben conservato quasi fino alla linea di galleggiamento, e permette di osservare numerosi dettagli relativi alla tessitura del fasciame e al sistema di connessione delle assi. All'interno, sopra le ordinate, restano tracce del pagliolato di stiva e la scassa dell'albero. Dallo scafo provengono un bozzello e una rotella di carrucola, una statuetta di Venere di bronzo, delle lucerne, di cui una africana con il simbolo cristiano del chrismòn, un bussolotto di legno per dadi da gioco, oltre a resti di vegetali commestibili. L'Oneraria maggiore I, al centro della sala, venne utilizzata nel IV sec. d.C. Durante i lavori di restauro e consolidamento, all'interno della nave sono state rinvenute tracce di un' iscrizione, sul dorso di un madiere, che riportava il nome di Trituta ( tutelata o salvata per tre volte) pertinente, evidentemente, ad un' altra nave il cui legname, dopo il disarmo, era stato reimpiegato nella nuova costruzione navale. Notevole, verso prua, il sistema di incastro realizzato per connettere la parte rettilinea della chiglia con il pezzo ricurvo della ruota di prua. Sotto la poppa, è esposto anche un frammento del dritto di poppa con tracce di mastice originale e indizi di probabile decorazione applicata in bronzo. Anche in questa imbarcazione è stata trovata una lucerna con il chrismòn. L'Oneraria maggiore II, già ritrovata priva delle fiancate, ha in seguito subìto notevoli danni per incuria successiva al recupero, che ha dato luogo a furti e vandalismi. E' interessante notare all'in terno dello scafo la perfetta alternanza di ordinate e madieri appaiati e la notevole larghezza residua dell' imbarcazione. Nel Museo delle Navi di Fiumicino sono esposti anche alcuni reperti lapidei provenienti dal territorio di Ostia, quali un frammento di sarcofago, elementi architettonici; una bitta d'ormeggio ed un blocco di cava. Sulla parete di fondo è il calco del rilievo Torlonia, celebre ed importante ico nografia portuale ricca di elementi simbolici: sullo sfondo, il faro di Ostia allude al porto di Claudio con le navi in movimento ( III