La farmacia degli Incurabili insieme alla chiesa di S. Maria del Popolo e l’omonimo ospedale fanno parte del Museo delle arti sanitarie di Napoli. Qui coesistono scienza e arte.
Insuperato capolavoro del barocco-roccocò, la Farmacia degli Incurabili sono al tempo stesso un antico nosocomio e un intrigante luogo della storia della medicina a Napoli.
Il Complesso degli Incurabili di Napoli è un sito monumentale che rappresenta uno degli esempi più pregnanti dell’architettura rinascimentale del capoluogo campano.
Il Museo delle Arti Sanitarie accoglie il pubblico dal 2010 negli ambienti dell’ex-monastero delle Convertite, nel nucleo più antico del Complesso degli Incurabili.
Il Museo, voluto dal primario chirurgo Gennaro Rispoli, ripercorre la storia della medicina a Napoli dal 1600 a San Giuseppe Moscati.
L’Ospedale del reame fu edificato negli anni venti del cinquecento per volontà della nobildonna Maria Longo, per la cura dei tanti malati di sifilide del tempo. La farmacia degli Incurabili, nel suo aspetto attuale, risale al 1729, quando Domenico Antonio Vaccaro fu pagato per l’esecuzione dei lavori di ampliamento della fabbrica.
Un sontuoso scalone in piperno consente l’accesso alla prima sala in cui risplende uno straordinario pavimento maiolicato dei maestri Massa, gli stessi ceramisti che realizzarono le più note maioliche del famoso chiostro di Santa Chiara.
La splendida farmacia degli incurabili, realizzazione ad opera di Domenico Antonio Vaccaro è, rimasta quasi del tutto intatta. E’ composta da due sale (il laboratorio e la sala di rappresentanza).
Al centro della prima sala troneggia un tavolo lungo cinque metri ricavato da un solo pezzo di radica di noce. Ben presto il vostro sguardo sarà rapito dalle spettacolari scaffalature a parete dove sono conservati 420 vasi policromi di diverse dimensioni ed in perfetto stato. I più grandi, le maruffe, contenevano pomate, i più piccoli sciroppi, usati per curare i pazienti dell’ospedale adiacente.
Si accede così alla seconda, grande sala di rappresentanza rivestita di grandiosi arredi in radica di noce e armadietti a sei piani con capitelli scolpiti, realizzati dall’ebanista Agostino Fucito. Un’enorme tela di Pietro Bardellino, della seconda metà del Settecento, sovrasta e impreziosisce ulteriormente l’intero ambiente, rendendo ancora più magica l’atmosfera.
Il pavimento in cotto maiolicato è, invece, attribuibile a Giuseppe Massa. Sul soffitto del salone di rappresentanza, infine, vi è la grande tela di Pietro Bardellino del 1750: “Macaone che cura un guerriero ferito.
Nel vero e proprio Museo delle Arti Sanitarie, mortai ed alambicchi, farmacie portatili, antichi strumenti chirurgici, libri e disegni di anatomia illustrano le pratiche operatorie e la storia della Scuola Medica Napoletana dal 1600 fino a San Giuseppe Moscati.
Il percorso si conclude con l’Orto Medico Giardino dei Semplici, ubicato nel chiostro più grande del complesso. Qui sono state ripiantate da poco tempo oltre cento specie di erbe medicinali.
Dal 2017 la Cappella della Confraternita dei Bianchi della Giustizia è stata riaperta definitivamente al pubblico grazie alla collaborazione tra la Diocesi di Napoli e l’associazione Il Faro d’Ippocrate. All’interno del complesso ospedaliero di Santa Maria del Popolo degli Incurabili esiste dunque un altro gioiello.
La Cappella dei Bianchi, intitolata a Santa Maria Succurre Miseris, conserva ancor oggi bellissime opere d’arte. Qui potete ammirare una volta affrescata da Giovan Battista Beinaschi, la famosa scultura detta La Scandalosa; gli affreschi di Paolo De Matteis, la Madonna con bambino opera di Giovanni da Nola e tante opere d’arte che saranno visibili a breve.