MUSEO DELL'ARMA DI CAVALLERIA

PINEROLO, TORINO

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MUSEO DELL'ARMA DI CAVALLERIA
Recita l'articolo 52 della Costituzione Italiana: «La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino». Ma codesta verità basilare per ogni italiano degno di questo nome - prima che nella costituzione - è inciso nel cuore di quanti ci hanno preceduto, dei molti cavalieri di ogni tempo e di ogni paese caduti per la Patria. Bisognava mantenere vivo ed anzi ridare vigore a questo passato di storia e di gloria e lo abbiamo fatto nel 1958 fondando la Società Amici del Museo della Cavalleria Italiana, oggi Associazione Amici del Museo Storico della Cavalleria. Per vent'anni il nostro Museo ebbe anche personalità giuridica, fino a che con D.P.R. n. 526 del 28 giugno 1986, il Museo passò alle dirette dipendenze dello Stato Maggiore dell'Esercito e, dopo, fu inglobato, quale reparto, in varie Istituzioni militari. Attualmente dipende dal Comando Militare Esercito Piemonte di Torino. La nuova forma istituzionale non ci ha impedito di proseguire nel nostro sogno, un po' romantico e sentimentale, perché si trasformasse in realtà. Fu impastato di molto affetto: quello che in tanti giovani sorse quando prestarono il servizio militare dietro lo Stendardo del loro Reggimento, un po' logoro, ma tanto glorioso. Fedeltà al servizio, fedeltà a loro stessi in forza di una nobile tradizione, cui non volevano venir meno. È una tradizione che nel nostro Museo ha dato vita a cimeli, che hanno un valore obiettivo di gemme preziose, ma che è quasi sempre travalicato da un significativo valore ideale, perché non si costituisce tradizione se non la si sostanzia di continuità e di memoria. Di certo appartengono al tempo passato, l'impeto delle tre «cariche» di quest'ultima guerra mondiale: Iagodnij, Isbuschenskij e Poloj. Siamo passati alla cavalleria corazzata del dopoguerra. Ma eguali sono rimasti i sentimenti e gli ideali; e vivo è il ricordo fulgido di quella tradizione, di quel 30 ottobre 1917, quando ancora una volta la Cavalleria italiana assolse alla sua mansione specifica di impiego, arrestando dopo Caporetto con grande sacrificio la ritirata a Pozzuolo del Friuli. Tanto ammirato affetto da parte nostra e non minore la dedizione impiegata dai Direttori del Museo, che con studio ed avvedutezza lo hanno creato e, nel tempo, ingrandito, migliorato e diretto. A loro dobbiamo riconoscenza per la passione e la competenza, con le quali hanno lavorato e lavorano, gettando l'animo oltre l'ostacolo sempre presente nella burocrazia per creare un Museo militare, che da ogni altro si distingue, che oggi si impone anche al di là delle frontiere nazionali. Nella piccola Pinerolo, dove la collina che la sovrasta, il Maneggio Federigo Caprilli, il Galoppatoio di Baudenasca, lo scivolo di Baldissero, il Castello di Mombrone costituiscono il background della «Culla della Cavalleria», nel palazzo che per quasi un secolo, dal 1849, ospitò il Comando della Scuola di Applicazione di Cavalleria, si è creato un nuovo monumento, onusto di storia e di gloria, di una storia maestra di vita, che ci insegna perché l'Italia si è fatta, per merito di uomini che avevano nel sangue il senso del dovere e del sacrificio - illustri o sconosciuti - ma tutti egualmente meritevoli di lode. Italiani veri. Presentazione del Museo da parte dell'Associazione Amici del Museo Storico della Cavalleria - Dal sito web ufficiale www.museocavalleria.it
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