A Oleggio, piccola città a metà strada tra Novara e il Lago Maggiore, la memoria collettiva è affidata, oltre agli archivi e alle biblioteche, anche a un museo straordinario, il museo d’arte religiosa “padre Augusto Mozzetti”, allestito negli oratori, già sedi di antiche confraternite, ormai estinte da decenni. Il museo ha sede nella chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo apostoli, realizzata nel 1858 su progetto di Alessandro Antonelli, in particolare negli oratori del Santo Sacramento, dei Santi Fabiano e Sebastiano e del Santo Rosario, quest’ultimo ottenuto dalla chiusura del colonnato ubicato sul prospetto meridionale e di quello settentrionale.
Il Museo d’arte religiosa esiste ufficialmente dal 1970 e venne istituito da padre Augusto Mozzetti, missionario del Sacro Cuore, Arciprete della Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo Apostoli, e riguarda la religione nelle sue manifestazioni ufficiali e popolari. Padre Mozzetti, appena nominato arciprete a Oleggio, avvertì l’esigenza di una pronta e immediata tutela degli oggetti e delle opere di interesse artistico e religioso esistenti sul territorio di Oleggio.
Riunì nei locali di due confraternite annesse alla chiesa parrocchiale, appositamente restaurati, dipinti, paramenti, stendardi processionali, e vari oggetti, dei ventisei edifici religiosi di Oleggio, non più in uso in seguito alla riforma dei riti degli anni 60 del XX secolo.
Negli anni Ottanta del secolo passato, un cospicuo fondo di paramenti è stato acquisito per deposito e ha arricchito notevolmente la già ricca dotazione museale. Si tratta soprattutto di pianete, di veli da calice, manipoli e stendardi, databili dal XVI al XIX secolo, quasi tutte in seta, eseguiti con varie tecniche, in damasco, lampasso, velluto e con ricami.
Nel 2006 il museo è stato intitolato al suo fondatore, padre Augusto Mozzetti e, dal 2007, la sezione dell’archivio delle confraternite, è stata unita alla Biblioteca dei Parroci, nell’Oratorio seicentesco di Santa Croce, una volta sede della Confraternita omonima.
Caratterizzano l’esposizione degli oggetti, una scelta qualitativa e un’attenta individuazione di ciò che è più significativo di un’epoca, sia per quanto riguarda l’aspetto ricco di tradizione e di fervore religioso sia per la valenza artistica e artigianale, conservato a Oleggio.
Oltre a opere di notevole rilievo culturale quale la scultura lignea tardogotica della Madonna detta di Galnago, del XV secolo e il dipinto su tela operata raffigurante la Madonna delle Rose, dell’inizio del XVI secolo, attribuita a Bernardo Zenale (1450-1526) nel museo sono conservati oggetti di sapore popolaresco, come il drago di latta utilizzato in occasione delle Rogazioni, processioni propiziatorie per un abbondante raccolto nei campi.
La saletta delle tavolette votive offre una ricca gamma di ex voto provenienti dalle chiese oleggesi, dal XVI al XIX secolo. Tra le opere notevoli recuperate da padre Augusto Mozzetti è da citare la trecentesca Madonna detta del castello e le numerose opere di pittori oleggesi, da quelle di Bartolomeo Vandoni (1603-1676) pittore seicentesco, probabilmente allievo del Morazzone a quelle di Giuseppe Antonio Tosi detto il Cuzzio (1672-1764), di Carlo Morino e di altri pittori-decoratori locali. Un aspetto particolarmente interessante della dotazione museale oleggese è costituito dal fondo tessili che, in vari anni, si è arricchito di paramenti provenienti dagli edifici religiosi del vicariato oleggese e, in qualche caso, della Diocesi novarese. Da oltre vent’anni una costante attività didattica, sostenuta da volontari, studenti, neolaureati e insegnanti, e un’attività di ricerca scientifica hanno permesso al museo di offrire ai visitatori e alle scolaresche visite guidate e materiale divulgativo di supporto.