Nel Medioevo Pizzighettone fu a lungo contesa tra i Comuni di Milano e Cremona e furono proprio i cremonesi, nel 1133, a dare avvio alla costruzione di un castello sulla riva del fiume, a scopo difensivo e per controllare fiume e strade. Divenuto fortezza di confine nel conflitto tra la Repubblica di Venezia e il Ducato di Milano, il borgo fu circondato da solide mura, che nel Cinquecento furono abbassate e rese più robuste, con terrapieni, fossati, trincee e casematte (decine di vani con volte a botte coperte da terrapieni, utilizzati un tempo come alloggi per la guarnigione e depositi, poi trasformati in carcere).
Mura di difesa furono costruite anche a Gera, l’altra parte del paese sulla sponda opposta del fiume. Qui agli inizi del ’700, dopo un assedio di ventitré giorni, un’armata austro-sarda sconfisse la guarnigione spagnola e palle di granito sparate in quella battaglia dai mortai sono ancora incastrate tra i mattoni della Torre del Guado. L’ultimo utilizzo militare fu nel Risorgimento quando le truppe piemontesi ne fecero un baluardo contro gli austriaci che ancora occupavano il Veneto. Poi la fortezza venne lentamente smantellata, rimasero i depositi e il carcere che fu chiuso solo nel 1954. Tutto fu abbandonato all’incuria e solo un recente accurato lavoro di restauro, in gran parte svolto da volontari, ha riportato alla luce uno dei più completi e interessanti sistemi di fortificazione esistenti sul territorio lombardo.
Un gruppo di volontari offre servizi di assistenza al turista che intende visitare la cerchia muraria di Pizzighettone, il Museo di Arti e Mestieri e il Museo delle Prigioni.
Per chi arriva a Pizzighettone fuori dagli orari delle visite guidate o preferisca scoprire da solo la città, consigliamo di vagabondare attorno alle mura, molti spazi sono liberamente accessibili al pubblico. Dal ponte sull’Adda prendete a destra, seguendo la corrente del fiume fino alla polveriera San Giuliano. Passando oltre la Porta Soccorso potrete ammirare il fossato e la parte Sud orientale delle mura oppure costeggiate il lato interno lungo le Casematte fino al Rivellino e alla piazza d’Armi. Poco distante, la chiesa parrocchiale di San Bassiano, facciata di impianto romanico con rosone e mattonelle recanti simboli sforzeschi. Le opere conservate all’interno valgono una visita. Di fronte alla chiesa sorge il Palazzo Comunale, costituito da un porticato ad archi ogivali sormontato da finestre decorate da cornici in cotto. Poco lontano, in Via Garibaldi, si trova il cinquecentesco Palazzo Quartier Fino, che ospita il Museo Civico e la Biblioteca Comunale. Attraversate la piazza e seguite la strada che fiancheggia le prigioni fino al Torrione, la Torre del Guado, unica delle quattro torri del castello di Pizzighettone (XII secolo) sopravvissuta. Percorrete quindi il ponte sull’Adda verso la borgata di Gera, anch’essa completamente circondata da mura a doppia corona.
“Tutto è perduto, fuorché l’onore e la vita, che è salva”. Così scriveva alla madre Luigia di Savoia il re di Francia Francesco I di Valois, prigioniero in una stanza del secondo piano della Torre Del Guado.
La leggenda narra che fra le mura si aggiri anche il fantasma senza testa di un Governatore decapitato che protegge ancora il suo tesoro nascosto.
All'interno delle mura si svolgono oggi numerosi eventi culturali, ricreativi e di promozione dei prodotti del territorio.