MURA AURELIANE DI VIA CAMPANIA

ROMA

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MURA AURELIANE DI VIA CAMPANIA
Roma, capitale di un grande impero, centro amministrativo, burocratico e ideologico di una vastissima organizzazione politica, nel corso del sec. III d.C. vede la necessità di una nuova cinta di mura: la decisione presa da Aureliano nel 271 d.C. di proteggere Roma con una cinta muraria nacque dalle gravi condizioni di insicurezza in cui versava l’Impero, apparendo allora evidente la possibilità che i barbari potessero spingersi fino alla capitale. Le mura, alle quali lavorarono soprattutto le corporazioni urbane di muratori, rispondono a criteri fondamentali di carattere strategico, di economia dell’intervento e di rapidità di esecuzione: la loro realizzazione, inglobando monumenti preesistenti che si trovavano lungo il tracciato, costituisce il più imponente complesso edilizio e contemporaneamente uno fra i più importanti documenti dell’arte fortificatoria dell’antichità. E’ una vera emozione percorrere il maestoso e lungo camminamento di via Campania, su due ordini di arcate risalenti all'epoca dell'imperatore Onorio (401-403 d.C.) quando fu raddoppiata l’altezza del muro e quello che era il cammino di ronda fu sostituito da una galleria coperta in cui si aprono numerose feritoie: al di sopra ne fu creato uno nuovo, munito di merli. Si può godere di affacci strepitosi che, a 360 gradi intorno a questa imponente cornice della città, ci consentono una visione sul quartiere Ludovisi, un’altra sulla verde estensione a perdita d’occhio di Villa Borghese, ancora ci permette di poter vedere dall’alto la Porta Pinciana con la silhuette di Villa Medici sullo sfondo e, dall’altra parte, seguire il percorso tortuoso delle stesse mura verso Porta Salaria. A via Campania conoscere le Mura Aureliane, nate per salvaguardare la città da possibili attacchi delle popolazioni barbariche provenienti dall'Europa del Nord, attraverso i “segni” del loro sviluppo, fino ai nostri giorni, seguendo le sue trasformazioni, i danneggiamenti ed i restauri, ci consente di ammirare e di toccare da vicino un tratto del circuito che, divenuto muro di confine della Villa Boncompagni-Ludovisi, dai primi decenni del Novecento diventa sede di studi d’artista.
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