Pregevole mosaico romano rinvenuto circa 20 anni fa lungo la Golena Sud del fiume Pescara, in un'area adiacente al centro storico cittadino un tempo prospiciente il fiorente porto romano di Aternum / Ostia Aterni, l'antica Pescara. Il mosaico, risalente con ogni probabilità al I secolo d.C., decorata con ogni probabilità degli ambienti pubblici a servizio del porto. L'area archeologica, già deturpata negli anni '70 causa della costruzione di un osceno viadotto autostradale, versa oggi in uno stato di evidente degrado. A poco sono valse le promesse delle varie amministrazioni comunali di recuperare il mosaico, sepolto sotto metri di terra e talvolta utilizzato addirittura come parcheggio. L'area archeologica contiene anche, nel raggio di pochi metri dal mosaico, imponenti resti delle mura bizantine e dei moli fluviali di Aternum.
Questo raro capolavoro, con ogni probabilità commissionato intorno al I sec. d.C., impreziosiva le sale di un edificio di rappresentanza attiguo al porto di Ostia Aterni (anche nota come "Aternum"), l'antica Pescara, porto più importante dell'area e snodo cruciale nei commerci tra Roma, Salona e l'Oriente.
Per la valorizzazione del mosaico vennero inizialmente proposte due ipotesi: (i) quella di una piazza sopraelevata dalla quale accedere al sito archeologico, che veniva reso parte integrante di un percorso ciclopedonale, provvista di macchinari per mantenere il mosaico (situato al di sotto dello strato di falda) all'asciutto; (ii) l'asportazione del mosaico e la sua collocazione all'interno del vicinissimo Museo delle Genti d'Abruzzo sito nel cuore di Pescara vecchia. Ciononostante, nessuno di questi due progetti andò in porto, sia per scarsità di risorse che per l'assoluto disinteresse delle amministrazioni competenti.