Eugenio Maccagnani iniziò a lavorare nella bottega dello zio paterno Antonio Maccagnani, celebre per le sue statue in cartapesta, studiando contemporaneamente disegno presso lo zio materno, il pittore G. Grassi. La copia in terracotta del Ratto di Polissena di P. Fedi presentata nel 1869 al Consiglio provinciale di Terra d’Otranto, gli fece ottenere una borsa di studio, permettendogli, nel 1871, di recarsi a Roma, dove si trasferì definitivamente. Si affermò come scultore dalle doti eccezionali. Studiò all'Accademia di S. Luca, con docenti quali Gnaccarini e Jacometti. Con Sacconi collaborò al Vittoriano. Ottenne due medaglie d'oro alle Esposizione Universale di Parigi del 1889 e del 1900. Sue opere sono nella Galleria d'Arte Moderna di Roma. Così come sono sue le statue in bronzo della Cappella di S. Giuseppe o Spagnola, nel Santuario di Loreto. Il monumento a Vittorio Emanuele II realizzato per Lecce fu inaugurato da Umberto I nel 1889, anche se completato dopo alterne vicende solo nel 1897.