Montignano è un paese in collina, a 8 Km da Senigallia. Le sue origini risalgono all’ epoca romana.
“Tor Feltresca”, questo è l’appellativo dato dai cartografi del Cinquecento a questa rara torre antisbarco. Occhio vigile verso la nemica Ancona, doveva servire a Feltreschi (cioè ai Della Rovere che signoreggiavano Senigallia) per guardare le mosse della Dorica, cioè Ancona”.
La Torre Feltresca fu costruita sotto il governo senigalliese dei Montefeltro dai Della Rovere, verso la fine del Quattrocento, con la funzione di punto di avvistamento e comunicazione in caso di attacco e di pericoli provenienti dal mare. Le comunicazioni avvenivano tempestivamente con segnali visivi e luminosi, con torce e fuochi, al fine di segnalare e ostacolare le incursioni dei corsari turchi che invadevano spesso l’Alto Adriatico, avvertendo il presidio armato della Rocca di Senigallia a nord e di Montemarciano a sud e fin giù ad Ancona, oltre che le torri nei territori più interni.
Verso la fine del’700, quando il Cardinale Gianfrancesco Albani divenne Abate Commendatario di Sitria, alcuni suoi parenti si trasferirono nella regione di Montignano e acquistarono la torre che, da allora prese il nome di Torre Albani. Con i nuovi proprietari la torre fu nuovamente restaurata e nel 1830 l’ingegnere Antonietti, amministratore della casata degli Albani, sopraelevò l’edificio di un piano, più ristretto rispetto al corpo della torre, e modificò la scala centrale.
Nel 1886 la torre venne acquistata dal principe Emanuele Ruspoli, lo stemma della famiglia Ruspoli, in ceramica policroma, è attualmente ancora presente sul portone d’ingresso della torre, ed anche all’ingresso della chiesetta del “Crocifisso della Torre”.
La Torre Albani, caratterizzata da uno schema costruttivo tipico dell’architettura militare medioevo/rinascimentale, è stata costruita come presidio di un luogo di interesse strategico dal punto di vista territoriale, con un rapporto di comunicazione privilegiato con la vicina città di Senigallia e tutto il litorale fin giù ad Ancona. Inoltre la comunicazione, attraverso segnali visivi, che partiva dalla torre, si estendeva anche verso l’entroterra, ad esempio a Montemarciano e altri piccolo centri in collina, in modo tale da poter mettere in allerta in caso di pericolo dalle incursioni saracene.