Il Monte Catria si trova a 43°27‘40.1” lat. Nord - 12°42‘15.9” long. Est, la cima raggiunge l’altitudine di 1701 m, costituendo l’elevazione maggiore nel tratto di Appennino compreso tra i Monti Sibillini e l’Appennino bolognese (Corno alle Scale). Il dislivello rispetto al fondovalle è considerevole, visto che a Cagli si toccano i 240 m, quota minima dell’intero comprensorio. Il Gruppo montuoso che prende il nome dalla cima del Catria è compreso tra i vertici costituiti da Cagli (PU), Scheggia (PG) e Sassoferrato (AN). Ben marcato è il confine costituito dai torrenti Burano e Sentino, mentre è più indefinito il limite orientale, che comunque non oltrepassa i paesi di Sassoferrato, Serra S. Abbondio, Frontone, Acquaviva e Cagli. All’interno di questo territorio si distinguono nettamente quattro sottogruppi: il massiccio centrale del Catria, il sottogruppo del M. della Strega, quello del M. Valcanale-M. Roma, e infine quello del M. Aguzzo-Petria.
Come il resto dell’Appennino umbro-marchigiano, il Gruppo del Catria è costituito da un fascio di catene montuose, più o meno parallele, disposte da Nord-Ovest a Sud-Est. Idrograficamente l’intero territorio ricade totalmente nel bacino adriatico, il fatto è singolare in quanto pur essendo la catena del Catria la culminazione maggiore dell’area, non ne costituisce lo spartiacque, che si trova più a Ovest, lungo una dorsale nettamente più bassa. Questa particolarità ha segnato profondamente le caratteristiche del popolamento e dell’uso del territorio, costituendo un cruciale nodo viario fin dall’antichità. Morfologicamente il territorio del Catria rappresenta la sintesi tra le forme umbre e marchigiane: gole e sinclinali costituiscono una specialissima maglia ortogonale. L’assetto “a pettine” del versante orientale del massiccio, quello delle colline marchigiane, è rappresentato da un gran numero di gole, imponenti e minime, che attraversano e smembrano la grande catena del Catria e le altre minori. A questa trama si aggiunge l’ordito delle valli che s’insinuano nelle pieghe che si allungano tra le catene. Qui i terreni meno ripidi, i suoli più profondi, la ricchezza delle acque e il clima meno estremo hanno reso possibile l’insediarsi stabile dell’uomo fin dalla preistoria.