MONASTERO

CHIESA VECCHIA, TREVISO

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MONASTERO
Monastero Benedettino fondato nel 958. Nel Quattrocento i monaci erano per lo più appartenenti alla nobiltà veneta e ne sostenevano gli interessi. Tra il 1449 e il 1479 il monastero fu trasformato in commenda e gli edifici andarono in disuso, per poi risorgere quando passò alla congregazione Benedettina Cassinese di Santa Giustina di Padova, affidato all'abate di San Giorgio Maggiore di Venezia. Nel 1489 la chiesa, paragonata per grandezza e bellezza al duomo di Treviso, fu restaurata e ingrandita con l'elevazione delle navate laterali permettendo così la creazione di un secondo piano di chiostro illuminato da bifore. Interventi e migliorie continuarono negli anni a seguire. Del 1604 gli affreschi del refettorio riportanti brani di vita benedettina. Vi si trovano raffigurati un paio di miracoli di San Benedetto e le Abbazie di Montecassino, Praglia (PD) e Santa Giustina con Prato della Valle. Ed ancora nel 1621 un ulteriore abbellimento del complesso con la costruzione del portale marmoreo della chiesa e della sacrestia. Nel 1622 l'abate Cornelio Giroldi, detto Morendelio, ingrandì il chiostro mediano, che fu abbellito da pregevoli bassorilievi e affreschi. Nel 1710 si provvide alla costruzione della canonica e del Pozzo alla Veneziana nel chiostro romanico. L'Abbazia continuò la sua attività sino alle soppressioni napoleoniche del 1797 conseguenti alla caduta della Serenissima. Incamerato dal Regio Demanio, l'edificio fu abbandonato e spogliato degli archivi e degli arredi, in particolare una pregevole tela del Carpaccio con San Giorgio che uccide il drago, che fu portata nel Monastero di San Giorgio Maggiore a Venezia. Solo la chiesa rimase in funzione. La prima guerra mondiale colpì duramente il paese per la vicinanza al fronte del Piave. Il monastero divenne ospedale militare; un duro bombardamento austriaco distrusse quasi totalmente la chiesa di Monastier e l'attigua Sala della dottrina sociale, ribattezzata Casa del soldato. Il campanile fu risparmiato dagli austriaci solo perché era utile come riferimento per aggiustare il tiro delle batterie. La località è descritta anche da Ernest Hemingway nei suoi racconti. Attualmente l'Abbazia è suddivisa in più proprietà. Nelle pareti del cortile centrale sono state recentemente restaurate le antiche meridiane solari con le ore "italiche". Vengono tuttora utilizzate le antiche cantine per la produzione del vino da parte dell'azienda agricola F.lli Bozzoli. La porzione più antica denominata "Chiostro Romanico", recentemente acquistata dalla famiglia Porcellato - Zorzi è interessata da un intervento di recupero. Sono stati ripuliti gli spazi da superfetazioni che nulla avevano a che vedere con gli usi originari. È stato recuperato il "Frutteto Antico" con il reinserimento di specie antiche rintracciate nel territorio circostante. Gli spazi sono stati cintati con siepi di acero campestre "a Gelosia". Negli spazi del Chiostro Romanico, del refettorio e della tinaia, si svolgono eventi culturali quali incontri, spettacoli, mostre in collaborazione con Enti ed Associazioni.
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