È il più grande complesso architettonico del borgo. Fu eretto per la villeggiatura della corte pontificia dal cardinale Ennio Filonardi, che nel 1532 lo dedicò al suo benefattore Paolo III. La pulizia e la grazia dell’ornato del portale d’accesso richiama lo stile della scuola “dei Sangallo”, tuttavia la tradizione attribuisce il portale e la risistemazione di tutto il palazzo al grande architetto rinascimentale Vignola. La famiglia Filonardi lo abitò fino agli inizi dell’800, quando passò alla Propaganda Fide, poi alla Famiglia Aliprandi. Nel 1915 vi si trasferirono le monache benedettine di clausura. Notevoli sono gli ambienti della biblioteca e del salone di rappresentanza. Il pavimento in cotto reca incise le insegne del giglio e della quercia, simboli delle famiglie Farnese e Della Rovere, protettrici del cardinale. L’attività del ricamo è antichissima e preziosa per questo monastero, nonché ancor oggi una delle normali fonti di sostentamento per la comunità.