MOMBAROCCIO

MOMBAROCCIO, PESARO E URBINO

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MOMBAROCCIO
Su un colle tra le vallate del fiume Metauro e del Foglia, che dividono i territori di Pesaro e Fano, sorge il borgo di Mombaroccio, con la suggestiva Porta Maggiore, affiancata da poderosi torrioni cilindrici, di derivazione sforzesca, divenuti emblema del castello. Dall’ingresso principale si apre via Guidobaldo del Monte, dedicata all’insigne matematico, astronomo, nonché marchese di Mombaroccio, vissuto nel 1600. Lungo l’arteria principale si affacciano antichi palazzi delle famiglie notabili del luogo, tra cui la residenza baronale, risalente al 1554, al cui interno è allestito il Laboratorio di Galileo e Guidobaldo: una piccola mostra a carattere scientifico. Sul retro del medesimo palazzo si apre un suggestivo giardino, che funge da proscenio per eventi culturali. Un lato del parco è orlato da un camminamento sopraelevato su un tratto delle possenti mura, che regala suggestivi panorami sulla vallata circostante. Poco prima di piazza Barocci si raggiunge la parrocchiale settecentesca, dedicata ai Santi Vito e Modesto, ricca di tele di scuola baroccesca. Accanto, si trova il chiostro del convento dei gerolomini, attraverso il quale si accede al museo della civiltà contadina, ricavato da gallerie scavate nel tufo, in luogo delle antiche cantine del cenobio. La vicina chiesa di San Marco (XV sec.) reca il simbolo del leone marciano, rappresentato su un bassorilievo in pietra d’Istria, alloggiato sul timpano del portale. All’interno del tempio sono presenti numerose opere settecentesche e un’urna accoglie le spoglie di San Clemente. Dalla sagrestia della chiesa si accede al museo di arte sacra, che conserva arredi liturgici, opere pittoriche e scultoree, provenienti dalle chiese soppresse, site nel territorio e alcuni esemplari di pagine miniate, provenienti dal convento e libri consiliari, risalenti dal XVII al XIX secolo, sopravvissuti alla dispersione del prezioso archivio comunale. Addossata al municipio (antica sede dell’ordine dei gerolomini) svetta l’imponente torre civica (inizio XVII sec.), dotata di orologio meccanico, che ospita al suo interno il museo del ricamo. Proseguendo verso est, si raggiunge la porta Marina, a chiosa del percorso lungo il borgo. Degno di menzione, percorrendo un tratto delle mura malatestiane che cingono il paese, è un caratteristico vespasiano degli anni Trenta del Novecento, mentre sulla facciata di una casa occhieggia lo stemma imperiale di Eugenio di Beauharnais, viceré d’Italia, memore del periodo napoleonico.
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