Il bene, che si chiama Masseria Cancelleria e che ora è abbandonato e in rovina, è un edificio con un corpo principale, chiamato torre, un cortile, incorniciato da fabbricati disposti su due piani (in parte crollati), e una piccola chiesa. Inoltre, nei sotterranei del fabbricato vi è anche una galleria con un pozzo, che è stata una probabile via di fuga che porta vicino al fiume Calore, che scorre poco distante. Il bene è un luogo del cuore e della memoria perché è legato all’identità non solo dei beneventani ma dei sanniti in generale. E’ uno scrigno di storia, che racconta oltre 2000 anni di storia della città. Secondo alcune fonti le sue origini sarebbero preromane, addirittura sannitiche, ed è stato testimone di molte vicende storiche. Da rocca sannitica e probabile luogo di avvistamento, come si intuisce dalla sua posizione sulla cima di una collina che guarda sulla valle del fiume Calore, sarebbe diventato stazione di posta dell’Appia, poi teatro di vicende legate alla storia longobarda e poi persino sede papale.
Secondo alcune fonti storiche il fabbricato sarebbe stato costruito sui resti della stazione di posta Nuceriola dell'Antica Appia, ovvero la stazione del quarto miglio dopo Benevento, e il toponimo Nuceriola, che è di origine sannitica e significa nuova rocca, fa pensare che nel posto ci fosse una rocca sannitica. Intorno all'anno Mille il bene, e i terreni che lo circondano, erano feudo di una famiglia di principi longobardi, i Morra, e in questo luogo è nato Alberto Morra, prima cancelliere e poi papa (nel 1187), con il nome di Gregorio VIII. La Cancelleria è stata anche sede papale, quando Alberto era ancora cardinale ed era fedele collaboratore del papa Alessandro III, che nel 1166 fu messo in fuga da Roma da Federico Barbarossa. Il papa con la sua corte trovò rifugio a Benevento (che allora era enclave pontificia) nel feudo di Morra da dove continuò ad espletare le sue funzioni e affidò al cardinale Morra la carica di Cancelliere. Il forzato esilio di papa Alessandro III durò fino al 1176 ma il papa continuò a custodire bei ricordi del periodo passato a Benevento, tanto che nel Natale dello stesso anno vi ritornò trattenendosi fino all’Epifania. Da quel periodo il feudo è stato chiamato Cancellaria (poi Cancelleria) in onore del suo proprietario che prima di diventare papa fu Cancelliere della Chiesa.
Nel 1400 la famiglia Morra donò al papa Bonifacio IX il feudo di Cancelleria. Il feudo è stato concesso in enfiteusi fino al XIX secolo, e nel 1861 il Demanio di Stato lo ha requisito, a eccezione della Cappella che è restata di proprietà della Diocesi e che nel 1741 è stata restaurata e dedicata alla Vergine delle Grazie e San Giovanni Battista. A fine ‘800 il feudo è stato venduto a un privato cittadino che tra gli anni ’20 e ’30 lo ha venduto alle famiglie che ancora oggi ne sono proprietarie. Sono i loro discendenti che adesso vogliono recuperarlo per farlo fruire al pubblico, visto che il bene è legato alla storia sannitica, romana, longobarda, e papalina di Benevento e sintetizza tutti i passaggi avvenuti nella città.
L’ultimo evento storico di cui il fabbricato è stato testimone è legato alla Liberazione: quando l’esercito americano nel 1943 è giunto a Benevento per liberare la città dalle truppe tedesche, ha seguito le mappe dell’Appia Antica, transitando davanti alla Masseria Cancelleria. Il luogo scelto per l’accampamento è stato proprio il terreno puntellato di uliveti secolari che si trova alle spalle della Masseria che così, a distanza di secoli, è tornata ad essere una ‘stazione di posta’. La Masseria Cancelleria è un luogo che deve essere strappato all’incuria e all’abbandono e va restituito ai cittadini per tutte le vicende che racconta: con il suo crollo si perderebbe una testimonianza storica e anche una delle più belle testimonianze dell’architettura rurale, tipica del Sannio.