La storia del maglio affonda le proprie radici nel XVIII secolo quando Mastro Ludovico Parietti decise di acquistare l'edificio per assicurare ai suoi tre figli un impiego nel settore della forgiatura. Con la forgiatura del ferro incandescente si potevano realizzare manufatti utili in campo edile, agricolo e meccanico, adatti ai più svariati usi, ma non ricevendo l’apporto sperato dai figli, il Mastro fu costretto ad affittare il maglio fino al 1791, anno in cui l'attività venne definitivamente ceduta alla famiglia Pavoni. Ancora nel 1813 il maglio Pavoni contava una decina di operai e 220 quintali di lavorato annuali, ma la longevità di questa attività si sarebbe dimostrata ben più tenace: per due secoli esatti, fino al 1991 il maglio fu mantenuto vivo dai Pavoni. Dal 1996 l'edificio è di proprietà della Comunità Montana del Piambello che si è impegnata nel recupero, nel restauro e nella manutenzione di questa importante testimonianza locale di archeologia industriale.