Eretta “senza risparmio di fatiche né di spese” dal conte Andrea Lucchesi Palli (1692-1768), vescovo di Agrigento, fu donata al popolo e aperta a tutti nel 1765. Il fondo storico, costituito dai circa 14 mila volumi della biblioteca personale del Vescovo comprende 31 codici arabi, descritti da Michele Amari, che con quelli della Centrale e della Comunale di Palermo rappresentano il 90 % dei manoscritti orientali custoditi nelle biblioteche siciliane.
La “clara et magnifica” Lucchesiana possiede oggi oltre 80 mila volumi, fra i quali , più della metà, manoscritti,incunabuli, edizioni rare e pregiate dei secoli XVI, XVII,XVIII, anteriori al 1800.
Quella della Lucchesiana è una storia legata alla figura di Andrea Lucchesi Palli, che ne fu il fondatore e da cui prese il nome.
Nella seconda metà del Settecento, infatti, Lucchesi Palli lasciò Palermo, dove era stato, fra l’altro, membro e direttore dell’Accademia del Buon Gusto e canonico della Cattedrale, per essere eletto vescovo della Diocesi di Agrigento, fra le più grandi della Sicilia, ma poverissima e con un tasso altissimo di analfabetismo.
ll Vescovo Lucchesi Palli fu un grande studioso ma soprattutto fu un grande illuminato. Nonostante uomo di chiesa dedicò i suoi studi dall'astronomia alla storia, dalla sociologia alle scienze umanistiche.
La Lucchesiana è la Biblioteca del famoso romanzo "Il fu Mattia Pascal".Luigi Pirandello infatti la conosceva bene, avendola frequentata , prima della sua partenza per Bonn, per conto del Professore Ernesto Monaci, al quale descrisse l'esperienza della visita "traumatica", in una famosa lettera.