Locri Epizefiri, città della Magna Grecia fondata da greci provenienti dalla Locride, sorge lungo la costa jonica calabrese. Dopo secoli di vita fiorente e ricchezza culturale della polis e le alterne vicende storiche, fu conquistata dai Romani nel 205 a.C., inizia così per la città un lento declino: il territorio, reso insalubre dall'abbandono delle campagne e dalle continue incursioni saracene dal mare, viene abbandonata nell'VIII secolo. Alcuni profughi daranno vita alla nuova città su un colle sicuro a poco più di 10 chilometri dall'antico sito, la splendida Gerace.
All’interno dell’area archeologica, i resti dell'antica colonia greca con l'impianto urbanistico regolare attraversato da una grande arteria pedemontana, il dromo - ancora oggi esistente con lo stesso nome in tutta l'area del territorio locrideo - La cinta muraria posta a difesa della cittadina si estendeva per ben sette chilometri ed è ancora visibile in alcuni punti, all’esterno delle mura ci sono le necropoli mentre la maggior parte delle aree sacre si trovano in prossimità della cinta.
I santuari sono dotati di edifici templari monumentali risalenti al periodo arcaico, quelli situati immediatamente all’esterno invece si presentano con un aspetto meno monumentale seppur al loro interno siano state ritrovate offerte votive in notevole quantità. Fra i templi rinvenuti quello meglio conservato è il santuario di Persefone, definito da Diodoro Siculo fra i più famosi dell’Italia meridionale, particolarmente interessante per l’elevata quantità di depositi votivi ritrovati al suo interno come specchi, quadretti in terracotta, pinakes, frammenti di vasi.
Nei pressi dell'area di Centocamere, sempre seguendo la Statale Jonica si trova l'area sacra di Afrodite, un complesso formato da un tempietto, da una serie di ambienti con portico a "U" e da un cortile centrale.
Il Teatro è un altro dei monumenti a oggi ancora visibili, risale al IV secolo a.C. ed è stato poi rimaneggiato in età romana, si tratta dell’unico edificio pubblico non a carattere religioso riportato alla luce nell’area archeologica di Locri. Il teatro fu costruito sfruttando una conca naturale poteva accogliere circa 4.500 spettatori.
Fuori dalla città troviamo le necropoli. La più nota è quella di Contrada Lucifero con tombe di tre tipi: a fossa, a cappuccina e a semibotte. Qui sono stati trovati oggetti pregiati importati dalla Grecia e dalle altre colonie della Magna Grecia tra cui vasi, specchi, ornamenti di bronzo e monili in metallo prezioso.
Recentemente è stato acquisito il Casino Macrì, un edificio privato realizzato tra il XVIII ed il XIX secolo ed adibito a masseria, che inglobava ampie porzioni originali (persino una intera sala con copertura a volta) di una struttura di epoca romana. Oggi restaurato ospita, in un'ambientazione suggestiva, la collezione dei reperti del periodo romano provenienti dal territorio dell'antica Locri.
La polis di Locri Epizefiri fu famosa nel mondo antico per l'usanza della discendenza matrilineare e per essere stata la prima città della storia, nel 660 a.C. a dotarsi di un corpo di leggi scritte del legislatore Zaleuco, in cui venivano prescritte specifiche pene per ogni delitto superando le decisioni discrezionali dei giudici, spesso fonte di litigi e discordie.
I reperti rinvenuti sono esposti per la maggior parte nel Museo Archeologico Nazionale di Locri Epizefiri situato all’interno della stessa area archeologica, nel Museo Archeologico di Reggio Calabria, ma anche disperso nel tempo nei musei di tutto il mondo.