Nella fascia litoranea e collinare dell'Abruzzo teramano questa costruzione era più diffusa che altrove (oltre 2000 costruzioni) e in Val Vibrata ne restano ancora molte in discreto stato di conservazione. Le “pinciare” erano case di contadini che lavoravano la terra a mezzadria; realizzate tra il XIII ed il XIX secolo, ospitavano famiglie numerose e avevano ambienti di ricovero per il bestiame. Queste antiche abitazioni di terra venivano costruite con materiali poveri, come terra cruda impastata con paglia, brecciolino, tronchi, canne; il pavimento era di terra battuta, e le costruzioni poggiavano sul terreno. Il tetto aveva come struttura di base travi e canne e la copertura non avveniva tramite l'uso della tegola, ma del coppo in laterizio detto anche pincio da cui deriva il nome di questa tipologia abitativa. Le pinciare sono da ammirare non soltanto come documento, ma anche per la razionalità della costruzione e come modello di bioarchitettura.