Nel cuore della Valle d'Angri, all'inizio del Novecento vennero realizzate le prime opere di captazione delle acque provenienti dalle sorgenti del fiume Tavo, poi convogliate nell'acquedotto omonimo. Successivamente, il primo edificio, caratterizzato da una facciata decorata con un grande cartiglio con iscrizione e dai tre stemmi dei comuni che ne promossero la costruzione, venne abbandonato a favore della moderna captazione costruita poco distante. Attualmente l’acquedotto del Tavo, costituisce parte dell'ossatura principale del sistema acquedottistico del comprensorio e approvvigiona tutti i centri delle vallate del Tavo e Fino sino alle propaggini del Gran Sasso da un lato e sino al mare dall’altro, con una portata di regime pari a 490 l/sec.