Montalbano Jonico è una antica cittadina della Basilicata, visitata dal re di Napoli, Carlo III di Borbone, nel XVIII secolo, poco prima che diventasse Re di Spagna. Feudo della nobiltà terriera di diversi casati durante le varie dominazioni medioevali e rinascimentali, i primi documenti che ne attestano l'esistenza risalgono al tempo dei Normanni e degli Angioini. La leggenda vuole che fosse un "pago" lucano al tempo della Magna Grecia e che nei suoi dintorni si siano consumate due delle guerre più antiche dell'Italia: quelle di Roma contro i re dell'Epiro, Alessandro I, detto il Molosso, e Pirro. Si racconta anche che il castello cittadino, crollato nella metà del XVIII secolo, dedicato al dio della porta e dei beni materiali e immateriali, Giano Bifronte, fosse stato costruito dai romani che realizzarono un "castra" (una fortificazione) proprio durante la guerra contro Pirro.
La Terra Vecchia di Montalbano Jonico è l'unica "domus solaciorum" della Basilicata (Lucania), nella provincia di Matera, che nel XII secolo venne scelta dallo "stupor mundi" Federico II di Svevia, forse perché era già ben difesa dalle solide mura di cinta costruite in epoca normanna, che cingevano il piccolo borgo antico disteso sui solchi profondi e grigi dei calanchi, e che in buona parte proteggevano già naturalmente la zona che oggi viene chiamata 'belvedere' sulla quale si ergeva il "balio Montem Albanum", come viene attestato in Catalogus Baronum (aa. 1150-1168), col suo "castello", oggi inesistente. Le mura normanne fanno parte dell'antica struttura difensiva interna, forse di origine bizantina, oltre la quale avviene l’inizio di un dedalo di viuzze su cui si affacciano chiese e cappelle annesse a palazzi gentilizi e case, sottane, suprane e palazziate del centro storico.
Il centro storico di Montalbano Jonico comprende anche il borgo antico della Terra Vecchia che è all'interno di un'altra cinta muraria, e cioè quella esterna, quella in questione, oggetto del nostro "Luogo del Cuore": una antica fortificazione che venne costruita molto prima nei secoli, rispetto alla cinta muraria interna, e su probabili preesistenze romane, rimaneggiata, ricostruita e rinvigorita nei secoli successivi, ai tempi degli Aragonesi, ovviamente sempre per difendere la città dagli attacchi esterni, e intorno al XVI sec., quando ci fu la distruzione del Castello di Petrolla e di tutto il borgo che vennero rasi al suolo dai Saraceni, e dei quali e' possibile ancora oggi osservare i ruderi sulla sommita' di un ammasso calcareo.
"Uno degli elementi caratterizzanti e distintivi di Montalbano rispetto ad altri centri della fascia jonica è la presenza di ben due cinte murarie concentriche. [...] limitandoci alla provincia di Matera – ma anche in gran parte della restante Lucania i centri murati sono pochi – [...]. L’unico centro con ben due cinte murarie è poi Montalbano. [...] Le cinte murarie di Montalbano, di cui sono ancora in piedi resti cospicui, sono state oggetto di approfonditi studi da parte di Asprella [cfr. Asprella, Domenico, Montalbano Jonico e le sue origini. Dall’epoca ellenistica al XV sec., Ristampa Edizioni, Santa Ruina di Città Ducale (RI), 2017, pp. 97-110.] le cui risultanze ci aiutano anche a comprendere la cronologia, le forme e le trasformazioni della struttura urbana." - Maurizio Crocco, "Elementi di bordo, le due cinte murarie" da Montalbano Jonico: la croce di strade, la città delle due cinte murarie e dei venticinque palazzi gentilizi, in Il Tesoro delle Città, Strenna 2018, Steinhauser Verlag Editore, p. 104.