Col termine locale di "Grotte" si intendono genericamente antiche strutture a camera con volta a botte. Le "Grotte" sono resti sontuosi di una villa a terrazze a più piani, che alcuni hanno creduto appartenente ad Augusto e che altri hanno identificato come terme, attribuendole allo stesso imperatore. Rimangono allo stato attuale due piani: quello inferiore consiste in una serie di dodici ambienti (forse cisterne) di costruzione con volta a botte che si aprono sul davanti con archi a tutto sesto e insistono su piedritti in opera quadrata. Il piano superiore è formato da due corridoi affiancati e comunicanti, probabilmente criptoportici di sostruzione per un piano superiore; quello esterno si affaccia con eleganti finestre e un arco a tutto sesto a conci radiali sull'ampia terrazza antistante, che guarda la pianura fino al Circeo. Dal corridoio più interno si accede ad una serie di ambienti, alcuni adibiti a ninfeo a camera quasi quadrangolare, con nicchie lungo le pareti, sormontate da una raffinata modanatura. La costruzione risale al I secolo a.C., ma in età adrianea subì delle modifiche e dei riadattamenti, di cui rimangono tracce nel piano inferiore nelle strutture in opera mista e altre in opera laterizia, che hanno racchiuso in facciata e ristretto interamente sei dei dodici ambienti di cui si è già detto. Sono situate sulla Strada Statale Monti Lepini, alle pendici del paese.