Le grotte di Borgio Verezzi furono scoperte nel 1933 da tre ragazzini che, seguendo la via dell'acqua, entrano nella prima sala di una nuova grotta dove scrivono, col fumo delle candele, la data e i loro nomi. Nessuno si rende conto dell'entità della scoperta fino al 1951 quando Giovanni Dentella, alla guida del Gruppo Speleologico Ingauno, inizia l'esplorazione sistematica della grotta, trovando un complesso di sale e gallerie che si snoda per alcuni km sotto l'abitato di Borgio. Le acque immobili e trasparenti dei laghi sono una delle maggiori attrattive del percorso che si snoda per ca. 800 metri all'interno di grandi sale. Ricchissime le concrezioni di ogni forma: dalle cannule, esili e quasi trasparenti, ai drappi sottili come lenzuoli, alle grandi colonne, che sembrano sostenere la volta fino alle stalattiti eccentriche, che sfidano la forza di gravità sviluppandosi in tutte le direzioni. E ovunque i colori: bianco, giallo, rosso in mille sfumature diverse.