La tradizione popolare del luogo ha dato questo nome (che in dialetto significa "impronte del Diavolo") a tali orme perché solamente un demone può avere dei piedi così grandi e anche perché solo un demone può camminare sulla lava ancora calda.
Nessuno si è mai posto il problema della vera origine di quelle impronte, finché nel marzo 2003 un docente di stratigrafia dell'Università di Padova, Paolo Mietto,[1] si è recato di persona sul posto per controllare: l'analisi ha rivelato che le impronte appartengono all'Homo heidelbergensis, ominide che viveva nella zona circa 350 mila anni fa. In base a tale datazione, le orme risultano le più antiche mai trovate del genere Homo.
Secondo la ricostruzione di Mietto, le impronte appartengono ad un gruppo di tre individui che, 350 000 anni fa, è sceso lungo il fianco della montagna formato da fanghiglia calda. Nei punti in cui si scivolava, gli uomini si sono aiutati con le mani, lasciando infatti alcune impronte delle mani. Probabilmente un vento secco ha asciugato velocemente il terreno, così da conservare nel tempo le impronte.