Le Balze del Valdarno, conosciute anche come Smotte, sono un geotopo caratteristico, costituite da sabbie, argille e ghiaie stratificate, alte fino a un centinaio di metri, di forme diversificate, intercalate da profonde gole. Queste sono il risultato dell'erosione dei sedimenti pliocenici lacustri del Valdarno Superiore da parte degli agenti atmosferici e dei corsi d'acqua.
Il fondovalle del Valdarno come lo vediamo oggi è il risultato dei fenomeni geologici, avvenuti dopo l'estinzione del Lago pliocenico del Valdarno Superiore. Da questo momento in poi inizia la fase erosiva che continua anche adesso: il reticolo idrografico, formato da un fiume più grande nel fondovalle, l'Arno, e da molti suoi torrenti trasversali più piccoli, ha iniziato a smantellare i sedimenti lacustri accumulati nelle varie fasi e a trasportare questi ultimi più a valle. Il corso dell'Arno si abbassa progressivamente dalla vecchia superficie di colmamento alla quota attuale, circa 150 metri più in basso. I sedimenti sono molto giovani e oppongono poca resistenza all'erosione, per questo si formano valli con pendii molto scoscesi. I sedimenti lacustri si presentano sempre con la stessa successione: più in basso quelli più fini(argille), depositati quando il lago era più profondo, più in alto i sedimenti grossolani (ciottoli) trasportati dagli immissari quando il lago era meno profondo. Questa alternanza stratigrafica di terreni argillosi teneri sovrastati da terreni più resistenti (conglomerati ciottolosi) permette la formazione di pareti verticali. Il passaggio tra le due formazioni geologiche è netto e risulta facilmente visibile anche agli occhi meno esperti:
la parte inferiore è costituita da limi argillosi e sabbiosi, gialli e grigiastri, poco coerenti.
la parte superiore da ciottoli arenacei tondeggianti, cementati e resistenti di colore marrone, con presenza di orizzonti più rugginosi(paleosuoli) quando i vecchi sedimenti rimanevano all'asciutto.
Leonardo da Vinci osservando le balze del Valdarno capì questi processi con qualche secolo di anticipo rispetto alle teorie moderne sull'erosione e la sedimentazione:
«... questa valle (Valdarno di sopra) riceveva sopra il suo fondo tutta la terra portata dall'acqua di quella intorbidita, la quale si vede ancora a' piedi del Pratomagno restare altissima, dove li fiumi l'han consumata e in fra essa terra si vede le profonde segature dei fiumi, che quivi son passati, li quali discendono dal gran monte di Pratomagno, nelle quali segature non si vede vestigio alcuno di nichi[1] di terre marine»
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